Arti visive

Le Comunità all'opera | Christophe Hutin

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Padiglione francese alla 17. Mostra Internazionale di Architettura - Biennale di Venezia

Il progetto “Le comunità all’opera” si propone di esplorare l’incontro tra il know-how dell’architetto e l’esperienza che fanno gli abitanti del proprio luogo di vita. Quest’approccio trasversale alla professione tenta di far luce sull’impegno dell’architettura in un contesto di profondi cambiamenti, quale quello attuale.

L’esposizione si presenta come un viaggio mentale nell’architettura, attraverso lo studio di cinque casi particolari, tratti da diversi continenti: Europa, Asia, America e Africa. L’obiettivo è offrire una visione ottimista su un mondo nel quale le comunità abitative agiscono direttamente sulle proprie condizioni di vita e sul proprio quotidiano.

Le diverse iniziative presentate non seguono uno schema teorico formale ideato da un architetto, ma testimoniano delle lente e molteplici trasformazioni di un luogo vissuto dai propri abitanti. Le comunità sembrano rappresentare le risorse più adatte a trasformare le situazioni abitative, e a far nascere così un nuovo modo di concepire il contratto “spaziale”, frutto di un intervento dal basso.

Grazie a un’architettura al contempo precisa e indeterminata, la presa in esame dell’aspetto performativo degli abitanti, degli usi e della vita in tutte le sue forme è resa possibile dalla processualità del progetto. L’improvvisazione interviene come una possibilità di trasformazione delle situazioni abitative, qui considerate come dei “Work in Progress”. Le comunità all’opera si appropriano del loro habitat attraverso l’azione e creano di conseguenza un luogo comune dove discutere della gestione delle proprie condizioni di vita.

Di fronte allo sperpero umano e materiale, quello che proponiamo è un cambiamento di prospettiva sulla vita ovunque presente, e l’adozione di una strategia sottile, precisa e delicata per sublimarla. Presentiamo dunque dei documentari sulle comunità abitative all’opera nella trasformazione del loro ambiente quotidiano, in Francia ma anche nel mondo: a Johannesburg, Bordeaux, Detroit, Mérignac, Hanoi… e altri casi ancora che vanno individuati e scovati, quasi fossero pepite che ci illuminano sulle capacità del mondo a reinventarsi.

Analogamente, situazioni simili ci informano sui fenomeni all’opera, tramite il loro discostarsi dalle norme e dalla standardizzazione del mondo. Come convivono tali comunità e quale contratto spaziale mettono in atto? L’insegnamento tratto dai diversi casi di studio offerti dovrà permetterci di far luce, da un punto di vista critico, sul modo in cui viviamo insieme.

Christophe Hutin, curatore

Johannesburg (C) Philippe Ruault

 

Hanoï (C) Philippe Ruault

 

Grand Parc (C) Philippe Ruault

 

Detroit (C) Philippe Ruault

 

Beutre (C) Philippe Ruault

 

LA BIENNALE DI VENEZIA

La 17. Mostra Internazionale di Architettura, intitolata How will we live together?, è curata da Hasim Sarkis e organizzata dalla Biennale di Venezia. La mostra sarà aperta al pubblico da sabato 22 maggio a domenica 21 novembre 2021 ai Giardini e all’Arsenale.

 

IL PADIGLIONE FRANCESE

Fautore della presenza francese all’estero durante i grandi incontri internazionali, l’Istituto francese promuove il Padiglione francese della Biennale d’arte e di architettura, in stretta collaborazione con il Ministero della Cultura e il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Insieme, hanno selezionato il progetto “Le comunità all’opera”, curato da Christophe Hutin per la 17. Edizione della Biennale.


 

CHRISTOPHE HUTIN

Christophe Hutin ha fondato la sua agenzia di architettura nel 2003 a Bordeaux. È architetto, ricercatore all’università di architettura di Tolosa e docente all’università di architettura di Bordeaux.

Ha studiato e documentato le township di Soweto, vicino a Johannesburg, e acquisito una comprovata competenza nel settore dell’alloggio e dell’habitat. Fondatore e coordinatore dell’Eunic Studio a Johannesburg (2008-2010), Christophe Hutin ha co-fondato il laboratorio “Learning From”, attivo in particolare a Detroit, Soweto et Uzeste. Nel 2009, ha pubblicato “L’enseignement de Soweto”, per i tipi di Actes Sud.

Specializzato in architettura sostenibile, fondata sull’economia della costruzione, Hutin ha realizzato numerosi progetti nel campo dell’edilizia abitativa e delle infrastrutture culturali. Insignito, insieme agli architetti Anne Lacaton, Jean-PhilippeVassal e Drédéric Druot, del premio Mies Van Der Rohe Award 2019, per la trasformazione di 530 case popolari della Cité du Grand Parc a Bordeaux, Christophe Hutin è inoltre regista documentario, scenografo e curatore artistico. Il suo lavoro fotografico, in particolare, è stato esposto al festival Rencontres d’Arles nel 2010.
 

 

Sito ufficiale: https://communautes-biennale.fr/