Live Cinema Festival

Dylan Cote e Pierre Lafanechère | Earthsatz

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Dylan Cote e Pierre Lafanechère

EARTHSATZ

Performance audiovisiva - 30 minuti


15 ottobre ore 22.30 - LIVE CINE FESTIVAL - Casa dell’ Architettura - Acquario Romano - ROMA

 

 

Il mondo, come ci viene mostrato da Google Earth, è intrigante … Le imperfezioni delle forme, le distorsioni delle trame, il tempo sospeso, sono tutti attributi di un nuovo tipo di universo, ibrido, che sembra più una finzione algoritmica che la nostra realtà tangibile. Earthsatz cerca di amplificare la fredda e opprimente poetica generata da questo «Pocket world», dove la vita non esiste e le particelle vengono sostituite da pixel. Forse dovremmo provare a contemplarlo per quello che realmente è: un universo immaginario che imita quello che stiamo vivendo, e che sta sviluppando la propria autonomia.

Con la fotogrammetria, abbiamo scansionato alcune parti del mondo generato da Google. A partire da queste abbiamo costruito paesaggi 3D abbiamo cercato di evidenziare le loro caratteristiche surreali, giocando con luci misteriose, distorsioni impossibili e punti di vista in movimento. Earthatz è un giro in questo mondo corrotto, che ne celebra tutti gli aspetti immaginari, artificiali e irrazionali. Mentre i paesaggi si disintegrano e si ricompongono, i loro ruggiti sono incarnati in suoni distorti e meccanici. Questi pesanti bordoni di sintetizzatore  estendono l’universo figurativo, facendo risuonare un’eco profonda nello spazio percettivo dello spettatore.

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Dylan Cote e Pierre Lafanechère sono due media artist e designer con sede a Parigi. Lavorano principalmente su immagini in movimento, suoni e installazioni, per raccontare una storia, instaurare un’atmosfera specifica, creare un’esperienza sensibile, secondo un’idea, un progetto, un momento.
Questo processo include il campo musicale nel quale sono molto attivi (live visual, scenografia, video musicali…). Lavorano con eventi musicali e artisti internazionali di musica elettronica, come Manu Le Malin o Möd3rn. Perseguono anche una ricerca visiva più personale sperimentando e deviando varie tecniche dal loro uso corretto, utilizzando il potenziale estetico dei nuovi media. Attraverso movimento, design, codice, creazione del suono, installazione o luce, si propongono di allestire spazi poetici e critici. Creano frammenti di finzione che mettono in evidenza gli attuali cambiamenti tecno-sociali.
Sono membri dell’etichetta di arti visive OYÉ. Creata nel 2015, riunisce artisti e designer intorno a progetti legati all’arte digitale.