Arti visive

GEMELLARTE

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Al via le residenze artistiche di Dano Masala e Desiderio Sanzi, promosse a Terni e a Saint’Ouen

 

Entra finalmente nel vivo GemellArte, Festival indipendente di arte contemporanea promosso da Gn Media per rivitalizzare i gemellaggi esistenti fra le città di diversi paesi, che per l’edizione 2023 sarà nel segno della “Joie”.

Gioia, come emozione che anima i murales in via di realizzazione da parte degli artisti Dano Masala e Desiderio Sanzi a Terni e a Saint Ouen, città protagoniste della manifestazione, e anche di GemellArte Off, rassegna gratuita di film francesi, proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano, organizzata in collaborazione con l’Institut Français Italia e sotto l’alto patrocinio dell’Ambasciata francese in Italia. 

Il Festival, giunto alla quinta edizione consecutiva, sotto la direzione artistica di Chiara Ronchini, rinnova il legame tra Italia e Francia e quello fra Terni e Saint’Ouen, città gemellate tra loro da più di 60 anni. 

A Terni la residenza avrà luogo nell’area dell’ex Opificio Siri, attuale sede del Museo Caos, partner del festival GemellArte, tra il 10 e il 20 ottobre, mentre a Saint’Ouen è partita lo scorso 3 ottobre e culminerà il 13 ottobre, con una cerimonia ufficiale. A Terni il vernissage invece è fissato per sabato 21 ottobre.

Anche quest’anno il murale di Terni, firmato da Dano Masala, riceverà un’illuminazione ad hoc grazie al contributo di Asm Terni, partner tecnico del festival, e andrà a impreziosire l’area, non molto lontano dall’opera “Soleil au Zenith”, realizzata per l’edizione 2022 della manifestazione da Alex Pariss lungo il fiume Nera.

A Saint’Ouen invece la creazione di Desiderio Sanzi colorerà a parete che si trova all’angolo tra Rue Ampère e Rue Croizat, nelle vicinanze del Comune e del celebre Mercato delle pulci.

 

 

TORNA IL CINEMA FRANCESE DI GEMELLARTEOFF

Come nelle precedenti edizioni, il festival ospiterà tre appuntamenti con GemellArte Off, rassegna gratuita di film di produzione francese, proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano, organizzata insieme all’Institut Français Italia.

Le pellicole saranno in programmazione nelle date del 12, 19, 26 ottobre nell’ormai abituale sede della Sala dell’Orologio, all’interno del Museo Caos di Terni, partner della manifestazione.
Il progetto è curato dalla giornalista Sara Michelucci e da Fabrizio Borelli, regista, fotografo ed autore, che apriranno e chiuderanno le proiezioni.

Ed è proprio lui a presentare la rassegna.

“La gioia – il tema proposto quest’anno da GemellArte Off– è uno stato di grazia, un’emozione forte e piacevole che si prova e si manifesta nel binomio corpo/ azione.

‘Joie de vivre’ - il capolavoro di Matisse - restituisce alla perfezione le potenzialità dell’arte figurativa nella rappresentazione di un simile stato.

Il cinema ci dà qualcosa in più, o semplicemente di diverso, grazie e attraverso l’istanza temporale. La costruzione, la ricerca, l’assenza, il fluire/defluire della gioia. In questa direzione vanno le pellicole che GemellArte Off propone nell’edizione 2023.

‘Les Magnétiques’ (2021) di Vincent Maël Cardona, un racconto che si dipana tra l’elezione di Francoise Mitterand (maggio 1981) - che accende speranze (e gioia) - e la tappa esistenziale del protagonista - il servizio militare obbligatorio - nella Berlino pre- caduta. In mezzo il rapporto tra fratelli, le radio libere, la scoperta dell’amore e della musica, l’energia giovanile. Temi universali in un contesto storico ben definito. La costruzione della gioia.

La regista Sandrine Kiberlain con ‘Une jeune fille qui va bien’ (2021) racconta la storia di Irene – 19 anni - che, nel 1942, vive protetta da una corazza di gioia lucente l’avvento della Francia di Vichy. Ad ogni inquadratura patiamo per lei, per quel pericolo che la stringe come un cappio invisibile, difesa tuttavia dalla gioia per il teatro, per l’amore, per la vita. E l’ultima inquadratura, agghiacciante, potente, breve e interminabile, epifania della dimensione salvifica della gioia.

‘Mi sembra di non aver più paura e mi sembra di essere felice’ è l’ultima battuta di ‘Cléo de 5 à 7’ (1962), il terzo e ultimo film della rassegna. Firmato da Agnes Varda, monumento della Nouvelle vague, racconta un breve segmento della vita di Cléo, giovane cantante, che attende i risultati di un esame medico importante e riempie il proprio tempo vuoto (dalle cinque alle sette di un pomeriggio qualsiasi), con pensieri, riflessioni, incontri, in definitiva con la propria solitudine. Il tempo diegetico, scandito sullo schermo, corrisponde al tempo del film e accompagna Cléo nei suoi pensieri. Un incontro inatteso ed è la sensazione di essere felice. Ancora il tempo, ancora la gioia, inaspettatamente conquistata».