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Carlo Ossola: L’edizione bilingue della Commedia di Dante in Pléiade

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Incontro a Palazzo Farnese (su iscrizione)
organizzato nell'ambito di:

 

Quando fu l’aere sì pien di malizia / Quand l’air était si plein de pestilence

L’edizione bilingue della Commedia di Dante in Pléiade

con

Carlo Ossola, filologo e critico letterario, Accademico dei Lincei

modera Tommaso Giartosio, giornalista

 in occasione della pubblicazione della Divina Commedia di Dante nella collana della Pléiade (Gallimard) nella traduzione di Jacqueline Risset, a cura di Carlo Ossola
 

Mercoledì 6 ottobre, ore 18.30
Palazzo Farnese - Piazza Farnese 67 - Roma

Incontro in presenza, posti limitati
ISCRIZIONE OBBLIGATORIA FINO AD ESAURIMENTO POSTI DISPONIBILI CLICCANDO QUI

e in diretta streaming in italiano https://bit.ly/OssolaDanteYT e in francese https://bit.ly/OssolaDanteFR

Evento realizzato con il sostegno di Edison, in collaborazione con la Libreria Stendhal di Roma, e in partenariato con RaiRadio3. Saranno disponibili delle copie per l’acquisto.
Nell’ambito delle celebrazioni per il settecentenario di Dante

 

In presenza di Dario Nardella, Sindaco di Firenze, Christian Masset, ambasciatore di Francia in Italia, accoglie a Palazzo Farnese mercoledì 6 ottobre alle ore 18.30 Carlo Ossola, filologo e critico letterario, Accademico dei Lincei, in occasione della pubblicazione dell’edizione bilingue in italiano e in francese della Commedia di Dante in Pléiade tradotta da Jacqueline Risset.

In un anno costellato da celebrazioni e iniziative per il settecentenario di Dante, l’Ambasciata di Francia rende omaggio al compimento di un grande progetto editoriale che accogliendo il sommo poeta italiano tra i classici delle patrie lettere riconosce nella sua opera un patrimonio comune e condiviso. Un omaggio, questo, alla dignità letteraria della traduzione e al ruolo che essa svolge per l’incontro e lo scambio tra le culture.

«In questo anno dantesco, al cuore della pandemia », dichiara l’Ambasciatore Christian Masset, « l’opera del sommo poeta ha acquisito stratificazioni nuove e attuali di senso, assumendo un forte valore simbolico come esempio di un percorso possibile di rinascita dopo le tribolazioni. È un viaggio in cui la Francia e l’Italia si sono trovate sorelle ad ogni passo, e si può dire che la pubblicazione della Divina Commedia nella Pléiade da parte di Gallimard è un coronamento ideale nello spazio letterario a cui tanti di noi si sono rivolti nei momenti difficili degli ultimi mesi per trovare conforto e ispirazione ».

Carlo Ossola è filologo e critico letterario. Socio dell’Accademia dei Lincei e dell’American Academy of Arts and Sciences. Ha insegnato al Collège de France, cattedra di «Letterature moderne dell’Europa neolatina» fra il 1999 e il 2020. Codirige le riviste «Lettere italiane» e «Rivista di Storia e Letteratura Religiosa». I suoi saggi si rivolgono alla cultura rinascimentale come ad autori contemporanei quali Ungaretti e Calvino, dedicandosi anche all’analisi dello spazio letterario e delle figure che lo popolano. Il ministero dei Beni Culturali lo ha nominato presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri nel 2021.

 

Report di/par Louis Nagot, Lettrice di scambio Università degli studi di Genova

 

Version française

 

A l’occasion de la publication de l’édition bilingue en italien et en français de la Comédie de Dante à la bibliothèque de la Pléiade, traduite par Jacqueline Risset et dirigée par Carlo Ossola, Christian Masset, l’ambassadeur de France en Italie, a accueilli le philologue, critique littéraire, professeur au collège de France et académicien des Lincei Carlo Ossola, pour une discussion avec le journaliste Tommaso Giartosio, en présence de Dario Nardella, maire de Florence. 

Claire Thuaudet, conseillère culturelle et directrice de l’Institut français d’Italie, a tout d’abord rappelé l’actualité brûlante de ce texte : en contexte pandémique, les mots du poète « appartiennent au présent qui est le nôtre, à l’époque de cette pestilence – et à l’espoir de notre renaissance ». Sur le plan littéraire, la traduction limpide de Jacqueline Risset « offre au lecteur français l’opportunité rare de retrouver, les mots, le sens, le goût de la langue vernaculaire dantesque ». 

Carlo Ossola et Tommaso Giartosio ont ensuite mené une discussion riche et captivante, tant sur les grandes questions de la poésie de Dante que sur les spécificités apportées par cette nouvelle traduction. Riches d’une parfaite connaissance du texte et de ses problématiques, ils citent, commentent et racontent cet éternel chef-d’œuvre, en rappelant ses échos à l’heure de la pandémie. Comment Dante affronte-t-il l’omniprésence du mal et de la souffrance ? Que nous dit-il de notre monde industriel, si l’Enfer est le lieu de tous les artifices, privé de nature ? Pourquoi les poètes qu’il mentionne se trouvent-ils tous… en Enfer ? Peut-on espérer transposer en français un auteur qui écrit lui-même : « on ne saurait traduire une langue sans en perdre l’harmonie et la douceur » ? La question de la langue est en effet centrale, selon Carlo Ossola, puisque celle de Dante, concrète, précise, a offert une matrice exigeante à la langue italienne. Comme Adam, que le poète rencontre au Paradis, il est celui qui fixe leur nom aux choses. Pour mieux rendre cette langue nouvelle et créative, le travail de Jacqueline Risset s’est d’abord libéré de la contrainte du vers. Mais surtout, il offre l’avantage immense de présenter les deux textes, les faisant vivre côte à côte. Une façon de préserver la spécificité de l’œuvre, ancrée dans son époque, son contexte et sa langue, tout en l’ouvrant à la dimension universelle qui est la sienne. Ce que rappelle Carlo Ossola quand il fait de Dante « le premier de tous les humanistes, avec sa soif de voir, d’apprendre, de comprendre. Nouvel Ulysse, Dante est un esprit toujours en mouvement. »

Au terme de ce passionnant voyage dans la Comédie, accompagné de ces deux fins connaisseurs, Dario Nardella, maire de Florence, a finalement rendu hommage à la traduction de Jacqueline Risset, faisant « refleurir le miracle de Dante ». Ainsi les soupçons du poète quant à la traduction n’ont pas, fort heureusement, découragé les traducteurs.

 

Version italienne

 

In occasione della pubblicazione della Divina Commedia di Dante nella collana della Pléiade (Gallimard) nella traduzione di Jacqueline Risset, a cura di Carlo Ossola, Christian Masset, Ambasciatore di Francia in Italia, ha accolto il filologo, critico letterario, professore al Collège de France e Accademico dei Lincei Carlo Ossola, per un colloquio con il giornalista Tommaso Giartosio, alla presenza di Dario Nardella, sindaco di Firenze.

Claire Thuaudet, consigliera culturale e direttrice dell’Institut français d’Italie, ha innanzitutto ricordato l’attualità di questo testo: in un contesto di pandemia, le parole del poeta «appartengono a questo presente, all’epoca de questa pestilenza, e alla speranza della nostra rinascita». Sul piano letterario, la limpida traduzione di Jacqueline Risset «offre al lettore francese la rara opportunità di riscoprire le parole, il senso, il gusto del vernacolare dantesco».

Carlo Ossola e Tommaso Giartosio hanno poi condotto una discussione ricca e avvincente, sia sulle grandi questioni della poesia dantesca, sia sulle specificità fornite da questa nuova traduzione. Con una perfetta conoscenza del testo e delle sue problematiche, citano, commentano e raccontano questo eterno capolavoro, ricordandone gli echi al tempo della pandemia. Come affronta Dante la pervasività del male e della sofferenza? Cosa ci dice del nostro mondo industriale, se l’inferno è il luogo di tutti gli artifici, privato della natura? Perché i poeti che cita si trovano tutti… nel’inferno? Possiamo sperare di trasporre in francese un autore che scrive: «non possiamo tradurre una lingua senza perderne l’armonia e la dolcezza»?

La questione della lingua è infatti centrale, secondo Carlo Ossola, poiché quella di Dante, concreta, precisa, offriva alla lingua italiana una matrice esigente. Come Adamo, che il poeta incontra in Paradiso, è lui che fissa il loro nome sulle cose. Per rendere meglio questo linguaggio nuovo e creativo, il lavoro di Jacqueline Risset si è prima liberato dal vincolo del verso. Ma soprattutto, questa edizione offre l’immenso vantaggio di presentare i due testi, facendoli vivere fianco a fianco. Un modo per preservare la specificità dell’opera, ancorata al suo tempo, al suo contesto e al suo linguaggio, aprendola alla dimensione universale che è sua. Quello che ricorda Carlo Ossola quando fa di Dante «il primo di tutti gli umanisti, con la sua sete di vedere, di imparare, di capire. Come un nuovo Ulisse, Dante è uno spirito sempre in movimento.»

Al termine di questo affascinante viaggio nella Commedia, accompagnato da questi due raffinati intenditori, Dario Nardella, sindaco di Firenze, ha finalmente reso omaggio alla traduzione di Jacqueline Risset, facendo rifiorire “il miracolo di Dante”. Fortunatamente, i sospetti del poeta sulla traduzione non scoraggiarono i traduttori.