Aspettando La Francia in Scena

L’impensabile attesa

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Gli artisti, gli intellettuali e i direttori artistici protagonisti degli scambi culturali tra l’Italia e la Francia ci hanno mandato un loro messaggio. Oggi vi regaliamo quello di Anna Lea Antolini, ideatrice e curatrice di progetti culturali esperienziali, e, dal 2016 a gennaio 2020, membro del Comitato Artistico della Fondazione Nuovi Mecenati sostenuta dall’Ambasciata di Francia in Italia.

L’impensabile attesa
di Anna Lea Antolini

«Nel tempo dell’attesa viviamo tra il visibile e l’invisibile in un mondo sospeso che è proprio della performance. Nel mio specifico, della performance di danza, ancor più nel dettaglio, di ricerca. L’Italia e la Francia per me sono state, sono e saranno, anche dopo l’irruente pandemia che stiamo vivendo, il collante, la visione e la prospettiva culturale. Insieme sono l’apertura sul tutto e sull’interstizio che cela e che svela secondo il movimento dello sguardo, nella sua vivacità e nella sua creatività.
In questi giorni sospesi, un’immagine torna frequente alla mia memoria: è quella evanescente di un corpo assente, presente nelle fluttuanti movenze di due abiti dal tessuto leggerissimo quasi venoso che ondeggiano nello spazio mossi da flussi ventosi. Mi trasporta altrove, in una dimensione sovrannaturale, fortemente attuale. Christian Rizzo, più volte protagonista delle diverse edizioni de La Francia in scena, con questa creazione voleva rendere visibile un’idea danzante che grazie a un tempo di contemplazione ipnotica spingesse verso una riflessione sull’assenza. Questa immagine-quadro è il ritratto di un altro mondo possibile. Un’anticipazione? Forse.
La kermesse francese in Italia ha sempre aperto l’intelletto, l’emozione e il corpo di ogni performer-spettatore a scenari contemporanei in anticipo sulle grandi questioni della riflessione socio-culturale internazionale in termini di danza e non solo. Dalla mia duplice esperienza di spettatrice e, per alcuni anni, di membro di Commissione ho partecipato a un tempo di conoscenze, pratiche e connessioni rinvigorenti. Un formato d’arricchimento che ha nutrito l’immaginazione, animato la creatività partecipativa con tante e tante performance che hanno disegnato e ridisegnato lo spazio di condivisione.
Come sarà partecipare alla prossima edizione? Nell’attesa dovremo ripensare tutto quello fatto fin qui, il come, ma dovremo, soprattutto, accogliere ancora una volta l’invito di Rizzo: fermarci, contemplare e riflettere l’assenza per poter poi essere audaci e pensare l’impensabile.»

Anna Lea Antolini, ideatrice e curatrice di progetti culturali esperienziali, dal 2009 al 2014 è Responsabile dell’Ente di Promozione Danza della Fondazione Romaeuropa. Per la stessa, nel 2015, cura la programmazione DNAeurope e tutti i progetti di formazione, divulgazione e archiviazione. Da settembre 2015 a febbraio 2020 collabora con il Sovrintendente Carlo Fuortes per il Balletto del Teatro dell’Opera di Roma. È consulente artistico per diversi Festival, Progetti formativi e, dal 2016 a gennaio 2020, è membro del Comitato Artistico della Fondazione Nuovi Mecenati sostenuta dall’Ambasciata di Francia in Italia.

Photo © Raffaella Canfarini