Cinema & audiovisivo

Cinémardi #8

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CINÉMARDI
Ottava edizione
22 gennaio – 16 aprile 2019

Cinema De Seta

Cantieri Culturali alla Zisa
via Paolo Gili, 4 – 90138 Palermo

Tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli italiani
Ingresso libero

In collaborazione con Città di Palermo/Assessorato alla Cultura, Institut français Cinéma

if_cinemardi8_depliant.pdf

CALENDARIO

[ 22 GENNAIO – 21.00 ]
GOOD LUCK ALGERIA
di Farid Bentoumi
Francia, Belgio / 2016 / 90’

[ 29 GENNAIO – 21.00 ]
COMME DES GARÇONS
di Julien Hallard
Francia / 2018 / 90’

[ 05 FEBBRAIO – 21.00 ]
DERNIERS JOURS À SHIBATI
di Hendrick Dusollier
Francia / 2018 / 60’

[ 12 FEBBRAIO – 21.00 ]
GRAVE
di Julia Ducournau
Francia, Belgio, Italia / 2017 / 98’

[ 19 FEBBRAIO – 21.00 ]
KISS AND CRY
di Chloé Mahieu, Lila Pinell
Francia / 2017 / 90’

[ 26 FEBBRAIO – 21.00 ]
VENT DU NORD
di Walid Mattar
Belgio, Francia, Tunisia / 2018 / 89’

[ 05 MARZO – 21.00 ]
MES PROVINCIALES
di Jean-Paul Civeyrac
Francia / 2018 / 136’

[ 12 MARZO – 21.00 ]
LA BELLE ET LA BELLE
di Hélène Fillières
Francia / 2018 / 96’

[ 19 MARZO – 21.00 ]
BRAGUINO
di Clément Cogitore
Francia, Finlandia / 2017 / 50’

[ 26 MARZO – 21.00 ]
POUR LE RÉCONFORT
di Vincent Macaigne
Francia / 2017 / 91’

[ 02 APRILE – 21.00 ]
DANS LA BRUME
di Daniel Roby
Francia, Québec / 2018 / 89’

[ 16 APRILE – 21.00 ]
PRENDRE LE LARGE
di Gaël Morel
Francia / 2017 / 103’

Presentazione

Ambizioso, ricco di autori e attori, così appare il cinema francese alla luce dei film proposti da questa ottava edizione di Cinémardi, che si colloca – ancora di più delle precedenti – sotto il segno della scoperta e della diversità. I cinefili riconosceranno qualche nome, tra cui Jean-Paul Civeyrac, cineasta poco noto in Italia nonostante abbia già realizzato nove lungometraggi (l’ultimo, Mes Provinciales, il più bello e il più riuscito) o l’attore Vincent Macaigne, stella del cinema francese più giovane (qui in qualità di regista del vivace Pour le réconfort); gli appassionati di cinema sperimentale avranno forse sentito parlare del regista e artista Clément Cogitore (premio Marcel Duchamp 2018), mentre Grave di Julia Ducournau, che ha fatto scalpore alla Settimana della Critica a Cannes nel 2016, è ormai internazionalmente riconosciuto. È invece poco probabile che i nomi degli altri (talentuosi) cineasti dicano qualcosa agli spettatori italiani, sia che abbiano già una modesta reputazione in Francia (Gaël Morel, Sophie Fillières) sia, a maggior ragione, che siano al loro debutto (Chloé Mahieu et Lila Pinell, Farid Bentoumi, Julien Hallard, Walid Mattar, Hendrick Dusollier). Stessa considerazione per attori e attrici: a parte Sandrine Bonnaire (Prendre le large) e Romain Duris (Dans la brume) e, in misura minore, Sandrine Kiberlain, Melvil Poupaud (La Belle et la belle) o Chiara Mastroianni (ruolo secondario in Good Luck Algeria), non c’è quasi nessun nome noto, almeno in Italia, ma una valanga di attori e attrici giovani e brillanti (menzione speciale al casting di Mes Provinciales e di Pour le réconfort e alle due attrici di Grave).

Tra i film predomina una grande varietà di stili e generi, dai feel good movie (Good luck Algeria, Comme des garçons) alla fantascienza (Dans la brume), dal film sociale intriso di umanismo (Vent du nord, Prendre le large) all’horror (Grave), dal documentario (Braguino, Derniers jours à Shibati) al racconto di formazione (Mes Provinciales), dalla commedia sofisticata (La belle et la belle) al film generazionale (Pour le réconfort, Kiss and Cry). Grande varietà anche nei luoghi (e nelle lingue): se Parigi resta sempre presente e fotogenica, che sia abitata la notte dagli studenti di Mes Provinciales o avvolta dalla nebbia misteriosa di Dans la brume, e se sempre più registi scelgono la provincia (o come espressione di una Francia in via di decadimento e di isolamento sociale e culturale – Vent du nord – o come fantasia vintage – Comme des garçons), molti film presentati ci invitano a “prendere il largo” e ci conducono in luoghi più o meno lontani e familiari (Algeria, Marocco, Siberia e Cina).

Alcuni temi o motivi, ricorrenti nel cinema francese, vengono affrontati qui in modo nuovo e originale : la crisi del mondo del lavoro è analizzata dal punto di vista delle delocalizzazioni economiche (Prendre le large, Vent du nord, usciti quasi in contemporanea) ; il film generazionale ha per sfondo la lotta di classe (Pour le réconfort) ; la scoperta della sessualità passa da quella del cannibalismo (Grave). Altri film esplorano invece degli universi normalmente poco rappresentati nel cinema francese, come un certo mondo dello sport (calcio femminile in Comme des garçons, sci di fondo in Good Luck Algeria, pattinaggio artistico in  Kiss and Cry) o ancora quello degli studenti di cinema (Mes Provinciales), da non confondere con quello dei cinefili. Palma ex aequo per il completo spaesamento ai due sorprendenti e magnifici documentari, Braguino e Derniers jours à Shibati.