Cinema & audiovisivo

Le fantôme de la liberté

Condividilo!
al Supercineclub del Cinema Rouge et Noir

LE FANTȎME DE LA LIBERTÉ [Il fantasma della libertà]
di Luis Buñuel (Francia-Italia, 1974, 105’)
con Michel Piccoli, Bernard Verley, Monica Vitti, Adolfo Celi, Milena Vukotic

Il film sarà proiettato al Rouge et Noir di piazza Verdi alle 18:00 (versione doppiata in italiano) e alle 21:00 (versione originale con sottotitoli in italiano) nell’ambito del Supercineclub. L’evento è organizzato in collaborazione con l’Institut français Palermo.
Biglietto 4 euro e 3 euro per under 30 e titolari della card dell’Institut français Palermo.


Un gruppo di rivoltosi sulle barricate grida “Abbasso la libertà”: è uno dei paradossi, delle provocazioni di Luis Buñuel che, proprio in nome della vera libertà, invita lo spettatore a scardinare ogni ordine logico, ogni schema codificato, ogni comportamento accettato e a svincolare invece la fantasia, il sogno, a leggere la realtà con la lente del desiderio, dell’immaginifico, dell’impossibile.

Il fantasma della libertà (Le fantôme de la liberté, 1974), penultimo film del grande regista spagnolo, è il manifesto perfettamente riuscito dell’intera sua produzione cinematografica e della sua visione del mondo. Un film il cui andamento narrativo a quadri ma deliziosamente cuciti tra di loro impone l’abbandono della ricerca di simbolismi, allegorie, interpretazioni psicoanalitiche o ideologiche. Buñuel va assaporato senza “perché”, senza doppi sensi, accettato nel flusso stimolante delle sue “irrealtà” o “surrealtà”. Nel Fantasma della libertà ci si imbatte così in uno struzzo in camera da letto, nella ricerca di una bambina scomparsa che invece non si è mai allontanata, nelle “scandalose” fotografie di un pedofilo che ritraggono celebri monumenti, nell’inversione di atti quotidiani come mangiare-defecare in una sala da pranzo i cui posti sono contrassegnati da altrettanti water.

Il risultato è lo scardinamento di ogni certezza, di ogni rassicurante obiettività, la demolizione di ogni morale borghese o religiosa. La verità o le tante verità stanno dunque nell’assurdo, nell’onirismo radicale, nel magma creativo del disordine. Con Il fantasma della libertà Buñuel riconnette la sua formazione surrealista alla sua vena narrativa, il furore iconoclasta al sarcasmo distaccato: ne vien fuori uno dei suoi migliori film.