
di Victor Hugo
Francia, 2019, 130’ senza intervallo
Regia: Denis Podalydès
Scenografia: Éric Ruf
Proiezione dello spettacolo in differita dal teatro della Comédie-Française
Scenografia: Éric Ruf
Costumi: Christian Lacroix
Luci: Stéphanie Daniel
Suono: Bernard Valléry
Lavoro coreografico: Kaori Ito
Trucco ed effetti speciali: Dominique Colladant
Maschere: Louis Arene
Assistente alla regia: Alison Hornus
Assistente alla scenografia: Dominique Schmitt
Assistenti al trucco: Laurence Aué e Muriel Baurens
Interpreti
Éric Ruf Don Alphonse d’Este
Elsa Lepoivre Lucrezia Borgia
Serge Bagdassarian Rustighello
Pierre Louis-Calixte Geppo Liveretto
Christian Hecq Gubetta
Nâzim Boudjenah Don Apostolo
Elliot Jenicot Astolfo e Montefeltro
Anna Cervinka la Principessa Negroni
Julien Frison Maffio Orsini
Gaël Kamilindi Gennaro
Yoann Gasiorowski Oloferno Vitellozzo
e gli allievi attori della Comédie-Française
Peio Berterretche Ascanio
Pauline Chabrol, Noémie Pasteger, Léa Schweitzer tre donne e tre soldati
Una produzione della Comédie-Française
La trama
Su Ferrara regna la velenosa Lucrezia Borgia, donna di potere con le mani sporche di sangue, il corpo colpevole d’incesto, che aggiunge ai crimini dei Borgia quello del fratricidio. Gennaro, frutto della sua unione con suo fratello, ignora l’identità dei suoi genitori. Durante un ballo a Venezia corteggia una bella donna in maschera, prima di scoprire con orrore il volto di Lucrezia, tremante d’amore per questo figlio che avvicina in segreto, dissimulata nella magia del carnevale. Ferita dall’affronto degli amici di Gennaro che l’hanno smascherata, e sospettata di adulterio dal marito Don Alfonso, Lucrezia intraprende una vendetta straziante, il cui implacabile disegno non può che essere inestricabilmente legato alla sorte del figlio.
L’autore
Dopo la censura di Marion Delorme e il sensazionale Hernani, terreno di «scontro» tra sostenitori del classicismo e partigiani del romanticismo, Victor Hugo scrive successivamente nel 1832 Il re si diverte e Lucrezia Borgia. Deforma la realtà storica e l’adatta alla sua visione drammatica, infangando con l’accusa di fratricidio non Cesare Borgia ma Lucrezia, fine letterata protettrice delle arti, trasformata in mostro pieno di amore materno. Lucrezia Borgia, l’opera «più possente» di Hugo secondo George Sand, immagine di un «teatro della crudeltà» come lo intende Antonin Artaud, rappresenta per il suo autore una vittoria sul potere e la censura.