Cinema & audiovisivo

Dalla scena allo schermo

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Paesaggi coreografici contemporanei

In collaborazione con il Centre national de la Danse

In occasione della 32esima edizione del Festival MilanOltre, l’Institut français Milano propone una programmazione di video e film dedicati alla danza con il contributo del Centre National de la danse. Dalla fine degli anni ‘80, la programmazione di MilanOltre ha offerto uno spazio importante per la nuova danza francese di quegli anni: Maguy Marin, Jean-Claude Gallota, Dominique Bagouet, sono solo alcuni dei rappresentanti di queste correnti che sono stati invitati al Festival, che in seguito ha accolto altri numerosi artisti d’oltralpe. Attraverso 5 programmi dedicati alla danza contemporanea francese, questo ciclo si focalizza sul percorso di alcune figure maggiori, tra cui Maguy Marin, Mathilde Monnier e Olivier Dubois. Saranno inoltre proposti in Médiathèque due documenti in loop: il primo traccia l’urgenza della videodanza negli anni ‘80, l’altro offre uno sguardo sulla creazione coreografica attuale, grazie al montaggio in sequenza di una decina di coreografie.

ORARI DELLE PROIEZIONI AL CINÉMAGENTA63:

venerdì 28 settembre 
Ore 17.00 Maguy Marin ou comment dire, 30’   |  Solitude(s) Mathilde Monnier, 30’
Ore 18.00 Le p’tit Bal, 4’   |   France Vidéodanse années 80, 55’
Ore 19.00  Karma One an Essay on Carolyn Carlson, 31’  |   Sarah Winchester - opéra fantôme, 24’
 

sabato 29 settembre   
Ore 15.00 Le p’tit Bal – IF cinéma,4’  |  France Vidéodanse années 80, 55’
Ore 16.00 Un regard sur la danse actuelle, 60’
Ore 17.00 Tragédie, 120’

PROiezioni in mediateca

sabato 29 settembre dalle 11.00 alle 17.00 : video in sequenza
Maguy Marin ou comment dire, 30’
Solitude(s) Mathilde Monnier, 30’   
France Vidéodanse années 80, 55’
L’Homme qui danse, 50’
Auguri, 52’
 

Il Programma

France Vidéodanse Années 80, 2014, 55’
Venerdì 28 settembre, ore 18.00  | CinéMagenta63
Sabato 29 settembre, ore 15.00  | CinéMagenta63
in sequenza  in mediateca dalle 11.00 alle 17.00 Sabato

Nei primi anni ‘80 appare una nuova corrente nella danza contemporanea  – una danza d’autore – che viene chiamata la Nouvelle danse française ; tra i suoi esponenti molti dirigeranno i primi Centres chorégraphiques nationaux creati nel 1984 dal ministro della cultura Jack Lang. In questo contesto felice per la danza emerge il video di danza: numerosi coreografi collaborano con registi per creare veri e propri film di danza. Cinematografo et coreografia significano etimologicamente : scrittura del movimento.
La cinepresa porta un nuovo sguardo sulla danza, dettagliandola, analizzandola e condensandola con i propri mezzi  meccanici. Il piano ravvicinato, il ralenti, l’accelerazione, la retromarcia, la sospensione e una serie di effetti speciali alterano la natura del movimento e il gesto. Nonostante i riflessi e la velocità che possono allontanarsi dal movimento in cui trovano la propria fonte, il cinema, come la fotografia, aggiunge una nuova dimensione alla danza. 

Gli spezzoni

KOK, chorégraphie et réalisation de Régine Chopinot, 1988
Caramba, chorégraphie et réalisation de Philippe Decouflé, 1986
Les Raboteurs, chorégraphie d’Angelin Preljocaj, réalisation de Cyril Collard, 1988
Mammame, chorégraphie de Jean-Claude Gallotta, réalisation de Raoul Ruiz, 1986
Dix Anges, chorégraphie et réalisation de Dominique Bagouet et Charles Picq, 1989
La Fiancée aux yeux de bois, chorégraphie de Karine Saporta, réalisation de Luc Alavoine, 1989
Anna de la Côte, chorégraphie de N + N Corsino, réalisation de Marielle Gros et Nicole Alix, 1986
L’Etreinte, chorégraphie et réalisation de Joëlle Bouvier et, Régis Obadia, 1987
46 Bis, réalisation de Pascal Baes, 1988

Un regard sur la danse actuelle,  2015, 60’
Sabato 29 settembre, ore 16.00 | CinéMagenta63 

Il montaggio presenta il lavoro di una decina di coreografi. Alcuni di loro hanno iniziato negli anni ’80 e continuano ancora oggi a produrre opere; altri sono artisti emergenti più giovani, come nel caso dei due coreografi presenti al termine del montaggio.
Artisti pluridisciplinari che utilizzano mezzi diversi, che abbattono le barriere tra le diverse arti (plastiche, visive, musicali), ma soprattutto che collaborano con numerosi artisti.

Gli spezzoni

Shirtologie II, conception Jérôme Bel, réalisation Aldo Lee et Jérôme Bel, 2015
100% Polyester, conception Christian Rizzo, lumière Caty Olive,1999
Corbeau, chorégraphie Myriam Gourfink, réalisation Stéphane Caroff, 2007
I Apologize, conception Gisèle Vienne, 2005
Les Inconsolés, conception Alain Buffard, 2005
Magma, chorégraphie et réalisation Boris Charmatz, 2007
Soapéra, conception Mathilde Monnier et Dominique Figarella, 2010
Promenade obligatoire, chorégraphie Anne N’ Guyen
Movement Materials, conception et chorégraphie Noé Soulier, Fondation Vuitton, 2014 

Portrait : Maguy Marin ou comment dire : 30’
venerdì 28 settembre, ore 17.00 | CinéMagenta63 
Sabato 29 settembre in sequenza  in mediateca dalle 11.00 alle 17.00

Maguy Marin non usa soltanto il corpo per ballare. Utilizza suoni, onomatopee, parole, frasi, lingue straniere, il linguaggio in generale. Fin dalle sue prime opere, la parola per lei è sempre stata non solo materia, ma uno dei motori essenziali del movimento, una specie di regola ritmica più o meno nascosta come testimonia il famoso “Fini. C’est fini. Ça va finir. Ça va peut-être finir” tratto da Beckett, che offre una cellula ritmica alle composizioni di May B. Ma, tra tutti i semplici “Ah!” pieni di spavento, gli “Oh!” di sorpresa (Ramdam) che danno lo slancio ai ballerini, le frasi in latino di Lucrezio che li immobilizza (Tu rb a), ci sono – ed è vero perché Maguy Marin ne dà una prova divertente – cento altri modi di utilizzare il linguaggio.

Gli spezzoni
Ramdam, 1994
May B, 1981
Babel Babel, 1982
Aujourd’hui peut-être, 1996
Ha ! Ha !, 2006
Pour ainsi dire, 1999
Waterzooï, 1993
Quoi qu’il en soit, 1999
Nocturnes, 2012
Description d’un combat, 2009
Turba, 2007

Karma One An Essay on Carolyn Carlson , 1977, 31’, Alain Mayor
venerdì 28 settembre, ore 19.00 |  CinéMagenta63 

Questo documento raro, scoperto di recente e conservato da Alain Mayor grazie al supporto della Cinémathèque de la danse e in collaborazione con L’Atelier de Paris-Carolyn Carlson, mostra l’interprete-coreografo – durante gli anni ’70 del Gruppo delle Ricerche Teatrali (GRTOP) – sia durante le prove che in pubblico, mentre ci consegna a poco a poco le sue riflessioni sulla danza.

Solitude(s) Mathilde Monnier, 30’
venerdì 28 settembre, ore 17.00  |  CinéMagenta63 
Sabato 29 settembre in sequenza  in mediateca dalle 11.00 alle 17.00

La danza di Mathilde Monnier è abitata dal tema della solitudine. Anche se numerosi, i ballerini delle sue coreografie presenti sul palco si staccano seguendo la propria individualità e il proprio modo di trovare un posto nel gruppo o in solitaria. In Tempo 76, è un unisono a dare il ritmo alla coreografia: obbedendo al metronomo della musica di Ligeti, ogni ballerino é contemporaneamente corpo collettivo e corpo a sé. In Déroutes, gli interpreti vivono i propri percorsi sul palco incontrandosi o incrociandosi seguendo il filo di passi compiuti a caso. Anche Les Lieux de là a modo suo racconta la storia della dispersione di una comunità che non smette di riconfigurarsi. Frequenti i duo e i trio, figure di legame; tuttavia ciò che predomina nella grammatica di Mathilde Monnier è il ballo in solitaria, autentici assoli o assoli a più (si vedano le erranze rock di Publique) in cui ciascuno, ciascuna, si lascia trascinare dal proprio movimento e dalla propria deriva.

Gli spezzoni
Soapéra
, 2010
Les lieux de là, 1999
Pour Antigone, 1993
Tempo 76, 2007
Publique, 2004
Pavlova 3’23’’, 2010
Chinoiseries, 1991
MM in Motion, 1992
2008 vallée, 2006
Déroutes, 2002

TRagédie, 2014, 120’, Olivier DUbois
Sabato 29 settembre, ore 17.00 | CinéMagenta63 

L’homme qui danse, 50’,  Rosita Boisseau
Sabato 29 settembre in sequenza  in mediateca dalle 11.00 alle 17.00

Angelin Preljocaj, Christian Bourigault, Dimitri Chamblas, Mark Tompkins, François Verret, Alain Buffard, Kader Belarbi, Josef Nadj, Philippe Decouflé… Tanti volti di artisti, esclusivamente maschili, che si susseguono nelle immagini. Maturato pazientemente da Rosita Boisseau, critica di danza, e da Valérie Urréa, regista, questo progetto riunisce estratti di coreografie e interviste attorno al medesimo interrogativo: il maschile e la danza.

Sara Winchester, opéra fantôme, 2016, 23’, Bertrand Bonello
venerdì 28 settembre, ore 19.00  |  CinéMagenta63 

Sarah acquista una dimora enorme, ci si chiude dentro e l’ingrandisce a dismisura per abitarci, ma anche per imbrigliare gli spiriti. Alla fine, la casa avrà 160 stanze, 10.000 finestre, 367 gradini, 950 porte di cui 467 che danno sul vuoto. Bertrand Bonnello ne ha tratto un cortometraggio di 25 minuti per il sito dell’Opéra di Parigi. Il regista filma Marie-Agnès Gillot alle prese con questo personaggio attratto dal vuoto. Inquadra la ballerina étoile di spalle. La schiena della Gillot, una zona massiccia divorata, solcata da muscoli che sporgono in maniera abnorme. La schiena di uno scorticato. Sarah Winchester, o il ruolo impossibile. L’opéra Bastille diventa la casa infestata. La ballerina, una donna assalita da chimere.

Le p’tit Bal, 1993, 4’, Philippe Decouflé
venerdì 28 settembre, ore 18.00  |  CinéMagenta63 
sabato 29 settembre, ore 15.00  |  CinéMagenta63