Cinema & audiovisivo

Cycle Agnès Varda

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Era diventata un’icona, un patrimonio vivente, Agnès Varda. La sua famosa capigliatura bicolore vegliava sul cinéma d’auteur, quello di ieri – che aveva inaugurato quasi da sola, poi impersonato insieme a suo marito Jacques Demy – e quello di oggi, quando collaborava con giovani artisti e faceva un successo al box-office con Visages Villages, documentario fintamente improvvisato con l’artista JR.  Aveva ricevuto tanti premi alla carriera, un Oscar e un César d’onore, la Palme d’honneur di Cannes e il trofeo Kamera della Berlinale, consegnatole qualche mese prima della sua morte. 
Eppure non si fermava, continuava a cambiare metodo di esprimersi, passando dal 35mm al video, dal cinema all’arte contemporanea, tornando ai vecchi amori per curare una mostra fotografica delle proprie opere, ripercorrendo la sua vita in racconti autobiografici tutt’altro che narcisisti. 

Il suo è un cinema spesso sperimentale, mai didattico, che apre il documentario alla fantasia e costruisce finzioni che sembrano reportage, conducendo anche un’esigente ricerca visiva; la  naturalezza non esclude riferimenti culturali di ogni tipo, che uno può notare o meno: una libertà formale e narrativa che fa di ogni suo film un’esperienza allo stesso tempo leggera e profonda. E siccome la mente di Agnès Varda era in mutamento perpetuo, siamo sicuri di saltare felicemente di palo in frasca, ricevendo ogni volta una dose di divertimento, di bellezza e di ribaltamenti delle nostre certezze.

In collaborazione con la Cineteca di Bologna, la nostra rassegna rende omaggio a diverse sfaccettature di questa lunga carriera, bilanciando tra documentario e finzione. 

Cléo de 5 a 7, Jane B. par Agnès V. , Sans toit ni loi, Jacquot de Nantes, Varda par Agnès sono i lungometraggi che vi facciamo vedere o rivedere.  Ci sarà anche il mitico Daguerréotypes e i bellissimi corti Réponses de femmes : Notre corps, notre sexe e Salut les Cubains.

Le nuove date del ciclo Agnès Varda saranno comunicate appena possibile.