Dibattiti

FOCUS Gérard Mourou, Premio Nobel per la Fisica 2018

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Passion Extreme Light. Il meglio deve ancora arrivare


Passion Extreme Light. Il meglio deve ancora arrivare


l laser a luce estrema è una sorgente di luce universale che produce una vasta gamma di radiazioni e particelle ad alta energia e permette di ottenere campi elettromagnetici, pressioni, temperature e accelerazioni altissime. Offre la possibilità di far luce su alcune delle domande ancora senza risposta della fisica fondamentale, come la genesi dei raggi cosmici con energie superiori a 1020 eV o la perdita di informazioni nei buchi neri. Utilizzando l’accelerazione al plasma, alcune di queste domande fondamentali potrebbero essere studiate in laboratorio.

Inoltre, la luce estrema rende possibile lo studio della struttura del vuoto e della produzione di particelle nello spazio «vuoto». Guardando oltre i limiti di intensità raggiungibili con le tecniche di oggi, introdurremo un nuovo concetto che potrebbe rendere possibile la generazione di impulsi di luce coerenti estremamente brevi (10-18-10-21 secondi) ad alta energia, di fatto nella gamma dei raggi X, raggiungendo potenze dell’ordine del zettawatt (1021 watt) ed energie dell’ordine del PeV (1015 eV).


Organizzato da: Associazione GiovedìScienza, in partenariato con Institut français Italia 


  • Gérard Mourou è un fisico vincitore del Premio Nobel per la fisica del 2018, insieme a Donna Strickland e Arthur Ashkin. Pioniere francese nel campo dell’ingegneria elettronica e dei laser, Gérard Mourou condivide il Premio Nobel con la canadese Donna Strickland per aver co-inventato una tecnica di amplificazione dei laser chiamata Chirped Pulse Amplification, o CPA, che ha rivoluzionato la fisica dei laser a partire dal 1988, permettendo di aumentare di vari ordini di grandezza la potenza degli impulsi laser ultracorti. Questo risultato ha avuto ripercussioni importanti in vari settori applicativi, in particolare nel campo della chirurgia dell’occhio. Ma come dice Gérard Mourou, il meglio deve ancora arrivare perché questa tecnologia potrebbe permetterci di risolvere il problema delle scorie radioattive: bombardandole con laser ultrapotenti, si potrebbe modificare la loro composizione nucleare e renderle inattive in pochi minuti rispetto alle attuali migliaia di anni. Oggi professore all’École Polytechnique, è stato direttore del Laboratoire d’Optique appliquée presso l’ENSTA (Ecole NationaleSupérieure de Techniques Avancées) a Parigi e direttore fondatore del Center for Ultrafast Optical Science (CUOS) presso l’Università del Michigan.