Mostra e Dibattito

Déconstruction

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organizzato nell'ambito di:

Déconstruction

Le grand ensemble raggruppa tre serie di fotografie su di uno stesso soggetto. Il titolo dell’opera, al singolare, fa riferimento allo stesso tempo all’insieme iconografico che le immagini costituiscono e ai quartieri di edilizia popolare costruiti nella periferia delle grandi città francesi tra gli anni ’50 e ’70. Le grand ensemble confronta l’utopia e la sua distruzione attraverso le tre serie di fotografie.

Implosione. La foto in grande formato mostra frontalmente la distruzione di un edificio durante degli interventi di rinnovamento urbano.

Il migliore dei mondi. Realizzate a partire da cartoline edite tra gli anni ’50 e ’80, queste immagini dei grands ensembles (grandi edifici di edilizia popolare) evocano la modernità urbana che incarnavano nel momento in cui sono stati costruiti, privi della stigmatizzazione di cui oggi sono oggetto. Grazie alla scelta della panoramica è possibile la resa dell’immensità di queste costruzioni nel momento in cui si sono innalzate al cielo.

I testimoni. Gli ingrandimenti delle cartoline, realizzati dal fotografo, fanno emergere le silhouette imprecise degli abitanti di questi luoghi. L’ingrandimento di tali figure sembra aver permesso il loro insorgere. La dimensione ridotta di queste esistenze contrasta con l’immensità degli edifici che le ospitano.

Infine, questo trittico gioca sull’intreccio delle temporalità: l’istante violento dell’esplosione, il lungo tempo dell’espansione e dell’urbanizzazione durante il cosiddetto glorioso trentennio e il tempo biografico che si misura attraverso i momenti vissuti in questi luoghi dai testimoni. Ma si tratta anche delle tracce di queste esistenze che scompaiono sepolte dall’implosione.
La mostra include una nuova serie di foto: nel 2016, Mathieu Pernot ha realizzato un lavoro sul quartiere di Villeneuve a Grenoble. Quest’ultimo costituisce l’ultima serie dei lavori che l’autore ha realizzato sui grandi complessi di edilizia popolare a partire dal 2000. Sui piani tracciati da un architetto alla fine degli anni ’60, Mathieu Pernot realizza dei collage con le fotografie del quartiere scattate dopo più di cinquanta anni. Pernot accosta due rappresentazioni di uno stesso spazio per creare una doppia iconografia del luogo. Il disegno del progetto e la fotografia del reale si scontrano tra loro per rappresentare un’archeologia visuale della città.

  • Mathieu Pernot è un fotografo francese. Borsista a Villa Medici, a Roma nel 1999, e a Casa Velazquez, a Madrid nel 2003, ha vinto il Premio Nadar nel 2013 e il Premio Niépce nel 2014. Una parte importante della sua opera ha avuto come oggetto di studio i temi urbanistici e i grandi complessi edilizi della banlieue. La rappresentazione delle popolazioni rom e dei migranti rappresenta un’altra parte del suo lavoro, come ha recentemente dimostrato in Stalingrad (2016).
     
  • Paolo Pileri è professore di pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano.Le sue ricerche si concentrano sul tema del suolo e delle questioni ambientali, ecologiche e paesaggistiche nella pianificazione territoriale e urbanistica. È anche stato l’ideatore e responsabile scientifico di VENTO, un progetto di territorio attraverso una dorsale cicloturistica tra Venezia e Torino lungo il Po. Coautore nel 2017 con Matilde Casa di Il solo soprattutto, Cercasi «terreno comune»: dialogo tra un sindaco e un urbanista, Altreconomia, 2017, ha pubblicato nel 2018 100 parole per salvare il suolo.Piccolo dizionario urbanistico-italiano, presso Altreconomia.

Organizzato da: Pascale Just, Institut français Milano e Institut français Italia

Opening Mostra Déconstruction
23 ottobre alle ore 18:30

Incontro tra Mathieu Pernot, fotografo e Paolo Pileri urbanista
24 ottobre alle ore 18:30

Institut Français, Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 63, Milano