
di Louis Malle
Francia, 1958, 88’
con Jeanne Moreau, Maurice Ronet, Georges Poujouly
Camille e Julien si amano appassionatamente. Julien, con la complicità di Camille, uccide il marito di lei. Ma dimentica una prova sulla scena del crimine ed è costretto a tornare indietro. Rimane incastrato nell’ascensore, mentre un piccolo delinquente ruba la sua auto, facendo scattare l’ingranaggio nel piano perfetto degli amanti.
In questo suo primo lungometraggio, il giovane Louis Malle dimostrava una maestria impressionnante, rivendicandosi al contempo di Hitchcock e di Robert Bresson. La suspense mantenuta senza tregua dalla musica di Miles Davis, il modo sobrio di filmare Parigi, le andate e ritorni tra lo spazio soffocante dell’ascensore dove è intrappolato Julien e le strade vuote dove vaga Camille, inconsapevole della situazione e assediata dal dubbio, l’interpretazione insieme naturale e ieratica dei due attori non ancora famosissimi all’epoca, fanno di questa opera prima una cerniera tra il grande polar francese - rappresentato dai ruoli non protagonisti, tra cui Lino Ventura - e i futuri capolavori della Nouvelle Vague.