Exposition

Play Time (1967). Di Jacques Tati

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Cinema e Architettura. I luoghi dei racconti

Dal 20 al 22 febbraio 2020, tre giorni di cinema, incontri, presentazioni, mostre, contributi video ecc. promossa da Accademia delle Arti del Disegno Firenze e da Fondazione Architetti Firenze, Institut Français Firenze, Fondazione Sistema Toscana, Accademia di Belle Arti di Firenze e ALA Assoarchitetti (Dedalo Minosse Cinema).

«In alcuni film, le vere star sono le case, le strade, le città. Firmati da rinomati architetti o puro prodotto dell’immaginazione, hanno sempre impressionato il pubblico. Il cinema e l’architettura fanno parte di un’esperienza estetica collettiva. Film della Nouvelle vague, cinema asiatico, film d’avanguardia e sperimentali, fiction di Hollywood e di fantascienza, documentari: tante opere cinematografiche che ci toccano con le loro visioni di ciò che ci circonda, le loro capacità di osservazione della vita quotidiana, le loro critiche alla realtà, le loro dimensioni immaginarie, oniriche o poetiche. Playtime, che sarà presentato all’Istituto Francese di Firenze in occasione della prima rassegna Cinema e architettura, fa parte di questo tipo di film: la vera star è la città. Presentato per la prima volta al pubblico nel 1967, è stato girato in una gigantesca città-studio, che ha richiesto cinque mesi di costruzione e che rappresenta la caricatura a grandezza naturale dell’emergente quartiere de La Défense a Parigi, con le sue strade, parcheggi, edifici, farmacie e uffici. Come un vero architetto, Jacques Tati ci mostra successivamente i piani della città, delle strade, dei negozi, degli uffici, degli appartamenti. Tati svela la sua visione della nuova vita parigina, una vita urbana ordinata e standardizzata su cui inciampa il noto personaggio Monsieur Hulot. Le sue passeggiate lo portano attraverso una Parigi che si sta modernizzando e di cui si percepiscono solo i riflessi dei suoi monumenti emblematici.»  Manon Hansemann, Direttrice e Console

Cinema e architettura all’Institut français

21 febbraio 2020, ore 18.30 / Intervento «La fuga dell’Architetto»

  • A cura dell’arch.Giorgio Scianca e dell’arch. Marcella Gabbiani di Dedalo Minosse Cinema

21 febbraio 2020, ore 20 / Play Time. Di Jacques Tati (1967) 

  • Commedia / Durata 2h 35m
  • Interpreti: Jacques Tati, Barbara Dennek, Rita Maiden, France Rumilly, France Delahalle
  • Paese di produzione: Francia, Italia
  • Lingua originale: francese. Con sottotitoli
  • Cinematografia: Jean Badal, Andréas Winding
  • Premi: Stella di cristallo, Grand Prix Académie du Cinéma 1968, Premio Bodil 1969 come miglior film europeo, Medaglia d’argento al Festival cinematografico internazionale di Mosca 1969

Una riflessione tanto comica quanto feroce sul modernismo di edifici e oggetti come espressioni della relazione tra società e consumismo, prefigurando le inevitabili conseguenze future verso il quale il mondo si dirige. Veri protagonisti della storia sono l’architettura e gli oggetti che determinano i movimenti dei personaggi sullo schermo: la narrazione è concepita come una coreografia dettata da tutto ciò che è inanimato, con gli interpreti ridotti ad automi standardizzati in una Parigi ultramoderna, dove i tradizionali punti di riferimento restano solo fugaci riflessi sulle superfici di edifici in vetro e acciaio.

Trailer