Débat d'idées

La première défense est dans la forêt

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Ispirato alla celebre frase medievale della Facoltà di Medicina di Salerno «Prima digestio fit in ore», il titolo del convegno: «Prima defensio fit in silvis», «LA PRIMA DIFESA È NELLA FORESTA», vuole evocare la profonda importanza del bosco nella storia e nella cultura ambientale dei nostri due Paesi ed evidenziare uno degli ambiti di intervento strategico nella gestione dei rischi alluvionali,  consapevoli che le basi della difesa idraulica dei centri abitati e delle città di pianura si gettano nei boschi e sulle montagne.

Il 20 dicembre 2006 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che proclamava il 2011 Anno Internazionale delle Foreste per sostenere l’impegno a promuovere la gestione, la conservazione e l’espansione delle foreste in tutto il mondo. Le foreste sono considerate come elementi «di supporto» per lo sviluppo sostenibile globale.  Allo stesso tempo, in quanto ecosistemi, le foreste svolgono un ruolo fondamentale nel preservare la biodiversità e limitare gli effetti del cambiamento climatico.

Le foreste, a causa della loro natura unica di crescita, evoluzione e miglioramento lento, richiedono scelte di politica di gestione a lungo termine.

Le attuali foreste francesi e italiane sono il risultato di due orientamenti estremamente diversi.

In Francia si è deciso di orientare la gestione delle foreste di latifoglie (faggio, quercia, castagno, ecc.) verso la foresta (una forma più adatta alla conservazione dell’ambiente e più produttiva).

Un primo passo importante fu l’Ordinanza di Colbert (Controllore Generale delle Finanze del Regno di Francia), promulgata da Luigi XIV nel 1669. Nel 1827, con la promulgazione del Codice Forestale, la politica forestale tornò alla protezione delle foreste e favorì le foresta boschive rispetto ai boschi cedui. A partire dalla promulgazione del codice del 1827, lo sforzo dello Stato a favore delle conversioni ha avuto un effetto significativo sulla qualità della produzione di legno e sulla produzione di benefici ecosistemici, che erano molto più ampi rispetto alle foreste gestite in ceduo.

Le condizioni erano decisamente diverse in Italia.

La divisione della penisola in più stati prima dell’unità d’Italia non aveva favorito una politica unitaria. La prima e la seconda rivoluzione industriale hanno richiesto enormi quantità di legna da ardere e carbone, quasi esclusivamente proveniente da boschi cedui. Con l’Unità d’Italia venne promulgata la prima legge forestale nazionale (Legge 1877 Maiorana-Caltabiano) che, invece di frenare gli interventi distruttivi su tutto il territorio, incentivò l’abbattimento del bosco, tanto che, dall’Unità d’Italia fino all’inizio del Novecento, scomparve metà dei boschi. La distruzione delle foreste in un territorio già fragile come l’Italia causò gravi disagi idrogeologici, per superare i quali furono infine promulgate la Legge Luzzatti del 1910 (con la creazione dell’Ente Speciale per le Foreste) e la Legge Serpieri del 1923. Queste norme sono state migliorate e ampliate, in particolare per quanto riguarda le foreste italiane di proprietà dello Stato. Recentemente, l’inclusione della biomassa legnosa vergine tra le fonti energetiche rinnovabili ha portato ad una ripresa del taglio del ceduo, causando la liquidazione della massa forestale accumulatasi negli ultimi cinquant’anni di riduzione del ceduo.

La politica forestale francese ha prodotto foreste con un’elevata biomassa e soprattutto con un alto valore unitario.

La politica forestale italiana, in particolare dopo il trasferimento di competenze alle Regioni, ha portato alla ripresa del boco ceduo, una pratica che impoverisce economicamente ed ecologicamente il patrimonio forestale.

La politica forestale francese, dal 1827 in poi, deve essere un riferimento per la nostra politica forestale, volta ad aumentare il numero di foreste.

Durante l’evento verranno letti brani tratti da L’uomo che piantava alberi (1953), di Jean Jono, e «Il segreto del bosco vecchio» (1935) di Dino Buzzati, oltre ad alcuni suggestivi brani tratti dall’omonimo film del regista Ermanno Olmi, che con L’albero degli zoccoli (1978) ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes e il César come miglior film straniero.

La conferenza sarà moderata dal professor Alessandro Bottacci, ordinario di Conservazione della Natura, già Direttore del Parco Forestale Nazionale Casentinesi, membro dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali.