Cinéma et audiovisuel

REVOIR PARIS. DI ALICE WINOCOUR (2022)

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REVOIR PARIS. DI ALICE WINOCOUR (2022)

Nell’ambito di CineDams / CineDams è un ciclo di proiezioni introdotte dagli studenti del corso di Storia del Cinema (DAMS) dell’Università degli Studi di Firenze. Coordinamento scientifico di Cristina Jandelli e Coraline Refort.

Con Virginie Efira, Benoît Magimel. Dramma. (95 min.)

Lunedì 29/04 ore 17:00

RECENSIONE Di Giordano Giannini / moviestruckers.it

«Per ricordare occorre essere in due» confida Thomas (Benoît Magimel) a Mia (Virginie Efira). E aggiunge perplesso «Temo tu non sia preparata a ciò che potresti scoprire. Rinuncia, finché sei in tempo». Lei, pubblicista e traduttrice dal russo per una rubrica radiofonica, lui, agente di cambio, sono i protagonisti di Riabbracciare Parigi (“Revoir Paris”, in originale), superstiti rincontratisi tre mesi dopo il sanguinoso evento che malauguratamente, come altri, li legò ossia l’attacco armato di matrice islamica che, la sera del 13 novembre 2015, provocò nella capitale francese la morte di 130 civili di cui 93 solo nella sala concerti “Bataclan” (camuffata dal copione sotto il nome “Étoile d’or”).

Nelle battute, all’apparenza di semplice buon senso, di Thomas il pubblico può scorgere due dei tre motivi-cardine del bel film di Alice Winocour (classe ’75, già assistente della svizzera Ursula Meier, qui alla quarta regia), riuscito a metà (nel secondo tempo si alternano troppi finali e troppi sentimentalismi annacquano la notevole tensione dell’avvio) e tuttavia riscaldato da un’urgenza credibile e umanissima di recuperare in questo folle millennio, una volta accortisi che abitudini e certezze (flebili) di ieri più non reggono, l’autenticità troppo a lungo soffocata: (1) il bisogno di sapere che, come accadde ad Edipo nel mito, può portare verso una verità accecante che a pochi, e forse a nessuno, è concesso reggere; (2) il divario tra Conoscenza e Memoria.

Le ultime sono “alleate” talvolta. Ma non sempre. «La Memoria», scrive Barbara Kingsolver «è una cosa complicata. È parente della Verità ma non è la sua gemella». La Memoria è individuale: coloro che hanno preso parte ad un episodio estremo lo riferiscono dal proprio punto di vista. C’è chi lo ha rimosso, chi lo “aggiusta” per pulirsi la coscienza o, viceversa, lo affronta con tenacia, chi semplicemente prova a conviverci. Così si presentano le persone che gravitano attorno a Mia e Thomas, formando insieme un gruppo terapeutico coordinato dall’italiana Sara (Maya Sansa): ognuna lacera, segnata da una “diversità” nel cuore che non permetterà più di sentirsi “uguale” a famigliari, conoscenti, alla società che la ospitava né ad essi di comprenderla.

Ognuna rimarrà sola come, in fondo, è stata fino alla notte “rivelatrice” del massacro, serrando definitivamente in sé il rimorso, il segreto forse, d’una vita che era destinata ad altro. Nascosti in un’intercapedine, abbracciati, tremanti, certi di venire uccisi da un minuto all’altro la cameriera Nour (Sofia Lesaffre) e uno studente australiano (Yoann Barrenechea) si abbandonano ad un bacio: scampati al pericolo, lei lo cercherà su Facebook, lui non se la sentirà di rispondere. Félicia (Nastja Carax Golubeva, lo stesso magnetico sguardo della madre Ekaterina, riposi in pace) non potrà più fare la pace con i genitori (non accettavano la sua omosessualità?), entrambi assassinati, e di loro non le resterà che una cartolina-ricordo riproducente un dettaglio delle Ninfee di Monet al Museo dell’Orangerie.

Dettaglio oggi da scovare, al pari di un triste gioco. La confusa Mia attira, invece, su di sé tanto la fredda ostilità della moglie di Thomas, Estelle (Dolores Chaplin) – indispettita e impotente di fronte al rapporto creatosi fra i due, inconsapevole frutto di un orrore non previsto, più solido di quanto siano mai stati anni di matrimonio –, quanto i bruschi sospetti di Camille (Anne-Lise Heimburger), convinta di averla vista chiudersi nella toilette durante la sparatoria all’“Étoile d’or” impedendo ai presenti di salvarsi. La nostra non ricorda nulla. Chi sta mentendo?

Institut français Italie - Sede di Firenze

Prezzo unitario 5,00 €

Prezzo per i soci 3,00 €

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