
Qu’ils reposent en révolte (Des figures de guerres)
di Sylvain George (Francia 2010 - 153’)
Calais è terra di frontiera, spazio aperto che guarda al mare; per i migranti che aspettano di raggiungere le coste inglesi, la cittadina diventa un limbo in cui l’attesa può essere infinita. Alla ricerca di gesti di normalità che rendano più accettabile questa permanenza forzata, gli uomini si lavano sulla spiaggia, si conoscono, mentre aleggia minacciosa la possibilità di ritrovarsi vittime di retate e arresti condotti da una polizia sempre presente. Intanto il mare continua a lambire la terra con imperturbabile ripetitività. «Questo film mostra, nell’arco dei tre anni di riprese iniziate nel luglio 2007, le condizioni di vita dei migranti in attesa a Calais. In questo modo svela come gli agenti dei moderni stati di polizia si spingano ben oltre i confini della legge, dando vita a zone grigie, crepe, territori al confine tra regola ed eccezione. Gli individui si vedono così trattati come criminali; sono spogliati, privati di quei diritti fondamentali che li rendono soggetti di fronte alla legge e ridotti così allo stato di “puro corpo” o “nuda vita”».