Ciné Club 2024-2025

Retour à Reims 

Condividilo!
di Jean-Gabriel Périot
organizzato nell'ambito di:

CINÉ CLUB 2024-2025

- ingresso libero fino ad esaurimento posti -


MESE DEL FILM DOCUMENTARIO

    merc 6 nov 2024 - ore 18.30
Retour à Reims 
di Jean-Gabriel Périot  

Francia 2022, 83′, vo sott. it.

Partendo dal testo di Didier Eribon interpretato da Adèle Haenel, il film racconta grazie agli archivi una storia intima e politica della classe operaia francese dall’inizio degli anni Cinquanta ad oggi.

Premi: César 2023 come miglior documentario


Retour à Reims è un viaggio alla riscoperta di una storia che ci riguarda. Il film è tratto dall’omonimo libro di Didier Eribon e racconta il ritorno dell’intellettuale presso la casa di famiglia in seguito alla morte del padre. Un’occasione per ripercorrere gli avvenimenti che hanno segnato l’esistenza dei suoi parenti, provenienti dalla classe operaia. Périot ha scelto di estromettere dal film gli aspetti più personali e autobiografici del libro per concentrarsi sulla valenza politica della narrazione delle condizioni materiali e non solo dei lavoratori in Francia dagli anni ’50 ai nostri giorni. 

TEASER

TRAILER


Jean-Gabriel Périot (Bellac, 1974) ha diretto numerosi cortometraggi al confine tra documentario, cinema sperimentale e fiction. Ha sviluppato il suo stile di montaggio che interroga la violenza e la storia negli archivi filmici e fotografici. I suoi film hanno vinto numerosi premi nel mondo, il primo lungometraggio Une jeunesse Allemande ripercorreva la vicenda del gruppo Baader-Meinhof in Germania. Lumières d’été, il suo esordio nella finzione è stato presentato al festival di San Sebastian nel 2017. Nos Défaites (2019) indaga insieme agli studenti della scuola di una periferia parigina cosa resta del dialogo tra i giovani e i grandi movimenti rivoluzionari parlando con le nuove generazioni di cinema, politica, utopie e paure.“Non uso le immagini d’archivio come illustrazioni da modellare su un discorso precostituito. Nel mio lavoro, l’archivio è importante quanto il testo. Gli archivi precedono il testo o, quando c’è un testo, sono ad esso correlati, non subordinati. Il film cambia, è scritto a partire da ciò che esiste, da ciò che trovo. E con lui si scrive anche una storia della rappresentazione. È un po’ una banalità, ma la rappresentazione del mondo, come la storia, è scritta dai potenti. Ho bisogno di tornare continuamente alle lotte sociali, agli eventi storici lasciati sotto il tappeto, per lavorare sul non detto della storia ufficiale. Do voce a storie fragili, dimenticate, a persone lasciate indietro, come i lavoratori. Così, Retour à Reims [Fragments] è per me un modo per raccontare un’altra storia della Francia del XX secolo.»