Cinema & audiovisivo

Rendez-vous 2019 a Firenze

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Torna in Italia per la IX edizione!
organizzato nell'ambito di:

 Festival Rendez-vous I appuntamento con il nuovo cinema francese IX edizione I Focus Catherine Corsini

La nona edizione del festival Rendez-vous - appuntamento con il nuovo cinema francese, organizzata dall’Institut français Italia e dall’Ambasciata di Francia in Italia in collaborazione con Unifrance Films e con il sostegno del Gruppo BNL, sarà a Firenze con un giornata focus che quest’anno punta sul cinema di Catherine Corsini

Firenze, 04 aprile 2019 - Institut Français Firenze

Le proiezioni saranno in versione originale con sottotitoli in italiano.
Biglietti acquistabili su posto il giorno stesso.

Focus artista

Mi piacciono i finali in cui, al di là di tutte le peripezie, l’amore trionfa, anche quando questo comporta un prezzo altissimo da pagare.

Il cinema di Catherine Corsini, attrice, sceneggiatrice e regista nata a Dreux, nell’Eure-et-Loir, nel 1956, è fatto di donne forti e determinate, fragili ma coraggiose, complesse e appassionate come le eroine di cui ha sempre sognato, da Anna Karenina a Madame Bovary. Corsini racconta la forza del desiderio, la complessità dell’universo femminile e delle relazioni con una regia attenta e una messa in scena classica, precisa e sempre sincera. Uno sguardo maturato fin da piccola, quando nella sua casa di Seine-et-Marne passa l’adolescenza a guardare i film della Nouvelle Vague. Fino ai 18 anni, quando si trasferisce a Parigi dove studia con Antoine Vitez e Michel Bouquet al Conservatoire d’art dramatique.

Dopo una prima passione per la recitazione, si cimenta con successo nella scrittura e quindi nella regia, firmando tre cortometraggi (La Mésange, 1982; Ballades, 1983; Nuit de Chine, 1986) con cui si fa notare in diversi festival internazionali. Nel 1987 dirige Poker, il suo primo lungometraggio: un noir dalle atmosfere fumose con un’inedita Caroline Cellier giocatrice d’azzardo, che sfida il “duca” Pierre Arditi. Un antipasto di ciò che arriva nel 1994: dopo alcuni lavori televisivi (compreso il grande successo di Interdit d’amour), si afferma con Les Amoureux, la storia di un fratello (Pascal Cervo) e una sorella (Nathalie Richard) che si lasciano alle spalle l’infanzia per vivere i propri desideri. Il passaggio al Festival di Cannes e la messa in scena affilata come una lama di rasoio, fanno ottenere ottime critiche ad un film intenso e crudele, che resta ingiustamente sconosciuto.

I due film che consacrano Corsini come uno dei maggiori talenti del cinema francese sono i successivi La Nouvelle Eve - Una relazione al femminile (1999, con Karin Viard e Sergi López) e La Répétition (2001, con Emmanuelle Béart e Pascale Bussières), acclamati rispettivamente a Berlino e Cannes e distribuiti in tutto il mondo. La Nouvelle Eve è ancora una storia di donne (la protagonista Camille è un personaggio che non lascia indifferenti), ma raccontata nei toni della commedia, che si rivela in Francia un successo a sorpresa. La Répétition, sfruttando due attrici straordinarie per raccontare la doppia ossessione per i sentimenti (quelli di due donne che hanno vissuto sempre in simbiosi) e per il teatro (répétition in francese significa anche prova), mette in scena l’ambiguità delle relazioni con un dramma struggente d’erotismo disperato che sfida lo spettatore e lo mette alla prova.

Dopo il film collettivo Pas d’histoires! (2001), per cui gira l’episodio Mohammed, Corsini torna alla commedia (nera e poliziesca) con Mariées mais pas trop (2003), con Jane Birkin ed Emilie Dequenne versione vedova assassina e nipotina in Costa Azzurra. Una variazione leggera e frizzante sul tema della sposa in nero che fa il paio con Les Ambitieux (2006), spietata favola sull’ambizione e satira dei circoli letterari parigini. Presentato fuori concorso alla prima edizione del Festival di Roma, questo frullato di rom com, Lelouch e mélo con protagonisti Karin Viard ed Éric Caravaca, si rivela divertente e profondo, emozionante e complesso senza mai essere frivolo.

L’amante inglese (2009), accolto con entusiasmo al Festival di Toronto, grande successo al botteghino francese e distribuito in oltre 30 Paesi, è un’altra storia al femminile carnale e dolorosa: la protagonista Suzanne (una delle più intense interpretazioni di Kristin Scott Thomas) è una donna sposata disposta a tutto in nome di una passione irrefrenabile, quella per l’operaio spagnolo Ivan (Sergi López). Pronta a rinunciare a qualsiasi cosa pur di vivere il suo amore, Suzanne si emancipa a ogni costo e impara di nuovo a essere se stessa. Come i tre personaggi (interpretati da Raphaël Personnaz, Clotilde Hesme ed Arta Dobroshi) che vivono il dramma psicologico e sociale di Trois Mondes, presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard. Colpa e perdono sono al centro di questa tragedia virata nei modi del thriller, con la quale la regista si domanda quale sia il “costo” della sofferenza e se sia possibile “comprare” la propria coscienza.
Alla società francese post ’68 guarda invece La belle saison (2015), presentato in Piazza Grande a Locarno. Un conte d’été rohmeriano affidato a due splendide attrici, Cécile De France e Izïa Higelin, protagoniste di una vibrante e coraggiosa storia d’amore tumultuoso e di desiderio proibito, che guarda al passato per parlare al presente (e al futuro). Ancora più indietro guarda Un amour impossible (2018), che catapulta alla fine degli anni Cinquanta. Alla base c’è il romanzo di Christine Angot e la relazione tra una modesta dattilografa (una travolgente Virginie Efira) e il rampollo di una ricca famiglia di medici (Niels Schneider), che dà vita ad un complesso rapporto madre-figlia e all’orrore per una rivelazione che lo corrompe. Un film dedicato alla forza delle donne che affrontano la violenza degli uomini: Catherine Corsini, accarezzando i corpi con la sua macchina da presa, è una delle poche registe che riesce a filmare con la stessa energia delle sue eroine.