Cinema & audiovisivo

Marco Luceri presenta Un carnet de bal di Julien Duvivier

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organizzato nell'ambito di:

Marco Luceri presenta

MERCOLEDÌ 27 OTTOBRE, ORE 18,30

Un carnet de bal (1937)

  • DI JULIEN DUVIVIER
  • con Marie Bell / Harry Baur / Pierre Blanchar Fernandel / Louis Jouvet / Raimu
  • SCENEGGIATURA Julien Duvivier
  • GENERE Drammatico
  • DURATA 144’
  • FOTOGRAFIA Philippe Agostini, Michel Kelber, Pierre Levent
  • MONTAGGIO André Versein
  • SCENOGRAFIA Paul Colin, Serge Pimenoff, Jean Douarinou
  • SUONO Jacques Carrère, Roger Rampillon
  • PRODUZIONE Sigma Films
  • PREMI Coppa Mussolini al Miglior Film Straniero alla quinta Mostra di Venezia e Candidato all’Oscar come miglior film straniero


LA STORIA - Rimasta sola e vedova nella sua villa sul lago di Como, Madame Christine Sugere ritrova un carnet di ballo di sedici anni prima. Presa dalle spire dei ricordi e della nostalgia, comincia a rintracciare i compagni di quella notte indimenticabile per scoprire che fine abbiano fatto, ma nessuno è all’altezza della memoria e, tra persone scomparse, identità camuffate per sfuggire alla legge, vecchi amici caduti in disgrazia, Christine sarà costretta a fare i conti con la fragilità del presente al confronto del passato.

JULIEN DUVIVIER - Giovane attore teatrale, esordisce al cinema dopo la guerra nel 1919. Nella sua lunghissima carriera (oltre 40 lungometraggi) ha firmato film rimasti nella storia del cinema come Il bandito della CasbahI prigionieri del sognoIl carro fantasma. Ha diretto più volte Jean Gabin, ma anche Bardot, Chevalier, Simon, Gelin, Aimée. Carnet di ballo (1936) gli apre le porte di Hollywood, dove girerà The great Waltz (Il grande valzer), mentre in Italia il suo nome è legato alle avventure di Don Camillo (1952) con Fernandel e Gino Cervi.

Se Mark Zuckerberg avesse visto Un carnet di ballo, forse non avrebbe creato Facebook. Perché il film di Julien Duvivier si muove sullo stesso crinale che settant’anni dopo portò alla creazione del social network, ovvero andare a scavare nel proprio passato e in quello degli altri per provare a riportarlo in vita, dando vita a una sottile danza della morte. [Emanuele Rauco]