Fernand Jacopozzi, le magicien de la Lumière. Di Luigi del Fante.

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Fernand Jacopozzi, le magicien de la Lumière.

Venerdì 12 aprile 2024 ore 17,30, nel Teatro dell’Institut français Firenze a Palazzo Lenzi, Piazza Ognissanti, 2

INTERVERRANNO

  • il direttore dell’Institut français Firenze francese Guillame Rousson
  • il Presidente dell’Accademia Internazionale Medicea Luigi Del Fante
  • la scrittrice Veronique Tessier-Huort, nipote di Fernand Jacopozzi
  • il giornalista e critico di Cinema Armando Lostaglio.

In apertura della serata ci sarà una breve Ouverture dedicata a Fernand Jacopozzi, per immagini montate su musica di Francis Poulenc.

Seguirà la presentazione del il soggetto cinematografico “Un rêve de lumière” del  regista Luigi Del Fante sulla vita e le imprese creative di Fernando Jacopozzi (Firenze 1877- Parigi 1932). Ambientata tra la fine dell’Ottocento ed i primi anni Trenta del Novecento, a Firenze e nella Capitale Francese, è la storia di un ‘Fiorentino a Parigi’ che ingannò i tedeschi e salvò Parigi durante la prima guerra mondiale.  

Gratuito su prenotazione

Fernand Jacopozzi

Giovane pittore d’insegne (proprio come Del Fante padre), Jacopozzi a ventitré anni partì alla volta di Parigi per tentare la fortuna. Divenuto famoso in tutto il mondo come le “magicien de la lumière”, l’artista trasformò radicalmente il volto notturno di Parigi da Place de la Concorde, alla Torre Eiffel, dall’Arc de Triomphe alla Colonna Vendôme, Nôtre Dame e tantissimi altri importanti monumenti. L’intraprendenza, l’ingegno, la creatività dello scrittore di cartelli lo fecero diventare il “mago della luce” che illumina Parigi e la rende magica, così come ancora oggi ci appare. Jacopozzi combatté la Prima Guerra Mondiale e - con astuzia - per salvare Parigi dalle incursioni degli “Zeppelin” e degli aeroplani tedeschi, costruì ad Aulnay sous Bois, nella periferia parigina un simulacro di Parigi Notturna destinato ad ingannare gli apparecchi da bombardamento nemici. Dei fuochi mobili figuravano i movimenti dei treni e delle vetture. Una città di pure lampadine elettriche, di fanali, di riflettori, di cornici a fuoco vivo”. Questa geniale realizzazione gli valse la nomina a Commendatore della Legion d’Onore. In occasione de l’Exposition Internationale des Arts décoratifs et industriels del 1925, al Grand Palais, Jacopozzi riuscì a convincere André Citroën ad illuminare la Tour Eiffel con l’enorme pubblicità del famoso marchio automobilistico. L’audacia, la modernità, l’utilizzo di una tecnologia intrigante come l’elettricità si sposarono con la sacralità di un monumento come la Tour Eiffel. Dirà Charles Lindbergh, all’indomani della sua storica impresa del 1927, la trasvolata New York - Parigi senza scalo, che al momento dell’atterraggio erano state le luci Citroën sulla Tour Eiffel a guidarlo. La pubblicità Citroën faro nella notte, guida dell’impresa più audace finora tentata dall’uomo.                          

Luigi Del Fante

Architetto, regista, scenografo e poeta fiorentino, si è formato con Paolo Emilio Poesio e Nazareno Taddei, uno dei pionieri della semiologia del cinema, del Centro Sperimentale, ottenendo un profitto ottimo. Collabora (1979–1999) con Orazio Costa  (già allievo di Jacques Copeau), regista e maestro dell’Accademia d’Arte Drammatica di Roma.  Si laurea nel 1979 con col massimo dei voti e dignità di pubblicazione della tesi “Analisi semiotica di TERRA DI NESSUNO di Harold Pinter – Dal testo drammatico all’architettura della scena”. Dal 1980 ha messo in scena spettacoli di Cechov, Schnitzler, Pirandello, Alfieri, Luzi, Molière, Wesker, di cui ha curato la scenogafia e/o la regia, ottenendo risultati sempre di grande suggestione e di estremo rigore. Nel 1998 Del Fante ha creato la scenografia  di taglio ‘cinematografico’ de “L’uomo che vide Francesco d’Assisi” di Joseph Delteil, con la regia di Krzysztof Zanussi, tenendo conto dell’insegnamento e degli allestimenti di Jacques Copeau e André Barsacq. Nel 1996 ha scritto il soggetto cinematografico originale “Un rêve de lumiere”, ambientato tra Firenze e Parigi agli inizi del ‘900, ispirandosi liberamente alla figura realmente esistita del genio fiorentino Fernando Jacopozzi, un pittore d’insegne che andò a Parigi a tentar fortuna e ve la trovò divenendo il mago della luce nel campo illuminotecnico. Questo soggetto ha ottenuto dal regista francese Bertrand Tavernier un apprezzamento lusinghiero.