Exposition

Delphine Valli - CLIMAX

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Inaugurazione martedì 21 maggio dalle ore 18.30

Aperta al pubblico fino al 4 giugno, dal martedì al sabato ore 15.00 - 19.00

Per questa sua prima personale ad AlbumArte, Delphine Valli (Champigny-sur-Marne, Francia, 1972, vive e lavora tra la Francia e l’Italia) realizza una serie di opere a parete, wall drawings ed elementi lineari, inediti e site specific rendendo la mostra un insieme di interventi plastici che attivano un inaspettato dialogo con l’intero spazio espositivo. Le opere interagiscono e si completano nella sfida con la solidità dell’architettura esistente, formando un’atipica coesione.
Interventi dalle forme lievi e apparentemente inconsistenti restituiscono uno sguardo diverso sulle forme prestabilite e suggeriscono una via d’uscita al già definito. La sicurezza dell’osservatore rispetto alla solidità delle cose è minata, in un processo in divenire, CLIMAX offre letture e significati multipli, che si aggiungono l’un l’altro. Una forma geometrica si presta a diversi significati, può essere volano per altre strategie percettive se si è disposti a ripensare il punto di vista. In questo percorso volutamente altalenante, l’attenzione è nel valore del vuoto, inteso come potenziale e mai come mancanza. 

Delphine Valli (Champigny-sur-Marne, Francia, 1972) vive e lavora tra la Francia e Roma, dove si è diplomata all’Accademia di Belle Arti in Scultura nel 2002. La sua ricerca artistica nasce dalla fascinazione provata nell’osservare il mondo circostante e interroga l’apparente immutabilità delle cose. L’artista esplora da sempre, nella sua ricerca, le tensioni che si creano tra l’intervento artistico e lo spazio, coinvolgendolo come elemento plastico, poiché i suoi lavori non parlano tanto di loro stessi quanto dello spazio – o frammenti di spazio – con i quali entrano in relazione. La geometria ambigua delle sue installazioni innesca un rapporto inedito con la percezione della realtà conosciuta, volta a considerare la straordinarietà di ogni cosa ordinaria. Valli sostiene che se la scultura è arte dello spazio, ne interroga la sostanza: utilizzare il colore a parete in scultura vuole sollecitare lo spazio e non la superficie: la pittura, in
scultura diventa immateriale. Si tratta di manifestare un passaggio dal materiale all’immateriale e viceversa, portando lo sguardo a oscillare tra i due, per giungere ad una sintesi che metta in cortocircuito l’automatismo con il quale si tende ad accogliere uno spazio conosciuto, o riconosciuto.


La mostra gode del patrocinio dell’Institut français Italia. Un grazie speciale allo studio di architettura Labics e a IRI REAL ESTATE | Investimenti e compravendite immobiliari. Grazie a Casale del Giglio per la degustazione dei vini il giorno dell’opening.