
African Metropolis, Simon Njami e Elena Motisi
22 giugno - 6 novembre 2018
Nell’ambito della mostra African Metropolis.
Una città immaginaria, a cura di Simon Njami e Elena Motisi, il MAXXI presenta i lavori di circa 40 artisti tra cui Akinbode Akinbiyi, Abdulrazaq Awofeso, Godfried Donkor, Nicholas Hlobo, Adboulaye Konaté, Pascale Marthine Tayou e Amina Zoubir, per riflettere sulle grandi trasformazioni sociali e culturali contemporanee.
L’Institut français Italia contribuisce alla realizzazione di una delle iniziative di approfondimento dei temi della mostra, che presenta una panoramica approfondita sulla scena artistica e culturale del continente africano.
CREDITS
A cura di: Simon Njami e Elena Motisi
In collaborazione con: il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Alain Mabanckou - Scrittori al MAXXI. Come raccontare l’Africa.
venerdì 22 giugno 2018, 21:00 - 23:30
L’evento fa parte di YAP FEST 2018
Piazza del MAXXI – ingresso libero fino a esaurimento posti
Per i possessori della card myMAXXI possibilità di prenotazione scrivendo a mymaxxi@fondazionemaxxi.it, entro il giorno prima dell’evento (10 posti disponibili)
Un grande continente letto attraverso le parole dei suoi scrittori
Un ciclo di incontri con autori differenti per origine e destinazione, biografie e inclinazioni, accomunati però dalla straordinaria capacità di raccontare nei loro libri le infinite sfumature del continente africano e la sua complessa diaspora.
Nel primo appuntamento incontriamo il poeta e romanziere congolese Alain Mabanckou, primo autore francofono dell’Africa subsahariana a essere pubblicato nella prestigiosa collana Blanche di Gallimard e vincitore di numerosi riconoscimenti letterari, in conversazione con Jean-Leonard Touadi.
Intervengono
Alain Mabanckou scrittore e poeta
Jean-Leonard Touadi politico e scrittore
Modera
Carlo Mazza Galanti critico letterario ed esperto di letteratura francofona
In collaborazione con Comune di Roma, Biblioteche di Roma, Festival Letterature Massenzio, 66thand2nd e con il contributo di Institut Français