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La Francia protagonista al Romaeuropa Festival 2025

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Il Romaeuropa Festival compie quarant’anni e celebra questa ricorrenza con un’edizione straordinaria (Roma, 4 settembre – 16 novembre 2025) che intreccia passato, presente e futuro attraverso oltre 110 spettacoli e 700 artisti da tutto il mondo. Tra le voci più significative della programmazione non poteva mancare la Francia, che anche quest’anno porta a Roma coreografi, musicisti, registi e collettivi capaci di ridefinire i linguaggi della scena contemporanea.

(LA)HORDE / Ballet National de Marseille | Chronicles

📍 Teatro Argentina, 1 – 3 ottobre
Da collaborazioni con Madonna a scene di danza ad alta energia e riflessioni sulla  tecnologia, il collettivo (LA)HORDE, composto da Marine Brutti, Jonathan Debrouwer e Arthur Harel, si è affermato come uno dei punti di riferimento della scena coreografica e artistica odierna. Alla guida del Ballet National de Marseille dal 2019, la compagnia approda per la prima volta al Romaeuropa Festival, per presentare estratti da due delle sue opere più significative: Room With a View, una performance potente che affronta il declino della civiltà con l’energia di ventotto danzatori di diverse nazionalità e le musiche elettroniche evocative di Rone, e Age of Content, una riflessione sui nuovi media e la loro influenza sulle giovani generazioni, che mescola danza e tecnologia in un incontro tra il virtuale e il fisico. Fisicità, lirismo e sonorità elettroniche e minimaliste celebrano l’energia delle giovani generazioni, esplorando le contraddizioni del nostro presente, tra caos e connessione, presenza e assenza.

Christian Marclay, Stephen O’Malley, Éliane Radigue, ONCEIM (Orchestra of new creations, experiments and improvised music) - Gruidés | Constellation | Occam Ocean

📍 Teatro Argentina, 4 ottobre – Prima nazionale

L’ensemble ONCEIM presenta un programma dedicato alla musica contemporanea, riunendo compositori di diversa provenienza e sensibilità artistica. Fondato con l’obiettivo di esplorare il rapporto tra scrittura e improvvisazione, ONCEIM si distingue per una ricerca sonora che attraversa molteplici linguaggi e forme espressive nel segno della creazione collettiva e della collaborazione.
Tre le opere in programma:

Constellation di Christian Marclay | Il musicista ed artista – Leone d’oro alla Biennale Arte di Venezia 2011 con l’opera The Clock – firma una composizione commissionata e creata con ONCEIM, frutto di un lungo scambio con i musicisti tra registrazioni e rielaborazioni. La partitura finale consente una trasformazione del suono simile alle manipolazioni elettroniche, dando vita a un’interpretazione dinamica ed evolutiva.

Occam Océan di Éliane Radigue | Un progetto eccezionale nato dalla collaborazione tra Éliane Radigue e l’Onceim, frutto di due anni di lavoro. Il progetto si inserisce nel ciclo Occam, iniziato nel 2011, ed esplora l’estetica dei suoni continui, i “drones”, fondendo minimalismo, elettronica e spettralismo. La composizione è stata eseguita in versione ampliata con prestigiosi orchestre, offrendo un’esperienza sonora profonda e meditativa.

Gruidés di Stephen O’Malley | Commissionata da ONCEIM, Gruidés è la prima composizione per orchestra di Stephen O’Malley. Immersiva e imponente l’opera è stata concepita in un approccio punk e rock creando un paesaggio sonoro dissonante e intenso, che sfida i musicisti con una performance di resistenza e un sistema armonico innovativo.

 Christophe Chassol | Miroirs Étendus | Steve Reich - City Life | Reich & Darwin, from “Big Sun” | Paris Noir 2024

📍 Teatro Argentina, 5 ottobre – Prima nazionale
Miroirs Étendus unisce le visioni di Steve Reich, maestro della musica minimale, e Christophe Chassol, esploratore di suoni che spaziano dal jazz al pop. Entrambi condividono una sensibilità unica: trasformare i suoni del quotidiano in materia musicale. In City Life, Reich cattura il ritmo frenetico di New York, mescolando registrazioni urbane con gli strumenti: i legni diventano clacson, la grancassa rimbomba come porte che sbattono, i clarinetti imitano le sirene. Chassol risponde a questa città di echi e ripetizioni raccogliendo le voci, il verso degli uccelli e il rumore delle strade di Parigi, intrecciandoli in musica e immagini.
Esiste una connessione familiare tra Reich e Chassol. Nel 1995, Reich compone City Life, una riflessione musicale sulla vita caotica di Manhattan, incorporando suoni di motori, clacson, freni e allarmi. Chassol, noto per le sue collaborazioni con artisti come Frank Ocean, Solange e Sébastien Tellier, affronta la sua Parigi registrando e filmando la vita, trasformandola in melodie che campiona, riproduce e accompagna con composizioni originali. Questo lavoro evidenzia la sua capacità magica di unire musica e immagini, offrendo un’esperienza di concerto luminosa.

Milo Rau - La Lettre

📍 Teatro Vascello, 9 - 12 Ottobre – Prima nazionale

La collaborazione tra il Romaeuropa Festival e Milo Rau prosegue con la sua nuova creazione: LA LETTRE. Su invito del Festival d’Avignone 2025, nell’ambito del progetto Pièce Commune, il regista – attualmente direttore del Wiener Festwochen ed ex direttore del NTGent in Belgio – è stato chiamato a confrontarsi con la sfida di realizzare una pièce essenziale, priva di ingombranti scenografie, replicabile in qualsiasi spazio (anche non teatrale) e ispirata a una specifica idea di Teatro Popolare. Con LA LETTRE, Rau adotta un approccio insolitamente ironico alla scena, interrogandosi sul ruolo del teatro nel mondo contemporaneo.

Cos’è il teatro popolare oggi? si chiede il regista. Sul palco, Olga Mouak e Arne De Tremerie – attori storici del suo repertorio, già protagonisti di lavori come Antigone in the Amazon e Compassion: the history of the machine gun – danno vita, sera dopo sera, a un incontro nuovo e intimo con il pubblico. Il teatro si trasforma così in un’esperienza collettiva in cui gli spettatori non sono più semplici osservatori, ma partecipano attivamente a una riflessione condivisa sul significato e sulla funzione dell’arte scenica nel presente.

LA LETTRE trae spunto da riferimenti che spaziano dalla figura di Jeanne d’Arc a Il gabbiano di ?echov, affrontando temi universali da sempre cari a Rau – i conflitti generazionali, la politica, l’amore e la morte – ma questa volta alla ricerca di una nuova dimensione di leggerezza e poesia. Tra ironia, stand-up e critica sociale, la pièce esplora il ruolo dell’attore: tra maschera e identità, verità e finzione, lasciando che teatro e vita si fondano in un dialogo costante con gli spettatori.

Caroline Guiela Nguyen – Valentina

📍 Teatro Argentina, 16 – 19 ottobre – Prima nazionale
Caroline Guiela Nguyen, direttrice del Théâtre National de Strasbourg e già ospite del Romaeuropa Festival con il suo indimenticabile Saigon, firma la sua nuova creazione: Valentina.
Il cuore dello spettacolo pulsa attorno a una scoperta che sembra cambiare il corso di due differenti esistenze: una lettera scritta in francese da un medico e destinata alla madre di Valentina, una donna proveniente dalla Romania, che non ha ancora imparato la lingua del Paese in cui vive. La lettera va tradotta e Valentina si trova a dover pronunciare una verità difficile, una notizia che potrebbe distruggere il loro mondo. In Valentina, il rapporto tra verità e menzogna è al centro della narrazione: la verità può essere svelata, taciuta, desiderata o soffocata. Caroline Guiela Nguyen lavora con la comunità rumena di Strasburgo, attori professionisti e non, per dar vita a una fiaba moderna in cui il tema della traduzione e della mediazione culturale si intreccia alla riflessione sul potere delle parole e dei silenzi, sulla forza delle storie che raccontiamo e delle verità che decidiamo di nascondere.

Mohamed El Khatib | Finir en beauté

📍 MAXXI - Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, 8 - 9 Novembre 2025 – Prima nazionale
In occasione del suo ritorno al Romaeuropa Festival, Mohamed El Khatib riporta in scena lo spettacolo con cui si è imposto all’attenzione internazionale. Finir en beauté è un affondo intimo e personale nel legame tra madre e figlio, un’irriverente e commovente riflessione sulla perdita e sul lutto. Con lo stile che appartiene al suo teatro, El Khatib mette in scena il dialogo con la propria madre, la sua morte, il disgregarsi interiore di un figlio, articolando una drammaturgia composta da estratti di diari, email inviate e ricevute, messaggi vocali, SMS e frammenti di conversazioni con il padre. Attraverso questa mappa emozionale, il regista, solo sul palco, presenta un racconto autobiografico che presto assume le sembianze di un racconto universale del nostro essere figli.

Mohamed El Khatib | Israel Galván – Israel & Mohamed

📍 Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi, 11 e 12 novembre – Prima nazionale, coproduzione REF
Due artisti di riferimento della scena contemporanea internazionale si incontrano sul palco per intrecciare percorsi di vita e di arte, mettendo in dialogo esperienze profondamente diverse ma sorprendentemente affini. Da un lato, il danzatore e coreografo spagnolo Israel Galván, che ha rivoluzionato il flamenco traghettandolo nella modernità; dall’altro, il regista francese Mohamed El Khatib, la cui poetica si nutre della forza del teatro documentario. Le loro traiettorie nascono in mondi distanti, segnati dall’infanzia e dal rapporto con la tradizione, la religione, la famiglia e l’arte. Entrambi hanno preso strade che li hanno allontanati dalle aspettative dei genitori: Israel, cresciuto nel flamenco, ha forgiato uno stile personale e radicale; Mohamed, che avrebbe dovuto intraprendere una “vera” professione, ha scelto il teatro. Nonostante le differenze, le loro storie si specchiano l’una nell’altra: hanno vissuto gli stessi dilemmi, le stesse ribellioni silenziose, persino lo stesso inizio da calciatori, per poi trovare nella scena un nuovo campo di gioco. In scena Israel e Mohamed si confrontano sul loro passato, sui gesti ereditati e su quelli reinventati, esplorando i loro archivi familiari e il peso delle aspettative. Con ironia e profondità, danno voce a un dialogo che diventa un messaggio per i loro genitori, un atto di amore e verità. Perché, ancora oggi, quando i vicini chiedono: «Cosa fa tuo figlio?», vorrebbero che la risposta fosse finalmente sincera.

 

 


Una presenza francese vitale e multiforme

Dal teatro alla danza, dalla musica contemporanea alla ricerca visiva, la Francia si conferma protagonista al Romaeuropa Festival 2025. Una costellazione di presenze artistiche che testimoniano la vivacità e la centralità della scena francese nel panorama internazionale, capace di coniugare avanguardia e riflessione sociale, sperimentazione estetica e dialogo interculturale.