Arti visive

Cécile Donato Soupama - "Orbis terrae - une odyssée infinie"

Condividilo!

Scarica il flyer

Orbis terrae erano le mappe usate durante il Medioevo per rappresentare il mare Mediterraneo. All’interno di un cerchio, grazie alla sua forma, la lettera T simboleggiava la distesa d’acqua che separava i tre continenti allora conosciuti: l’Europa e l’Africa ai due lati dell’asta, l’Asia al di sopra della sbarra orizzontale.
Tre continenti nei quali Cécile Donato Soupama è nata, ha viaggiato, ha vissuto, da cui trae le proprie origini.
Orbis terrae è uno dei progetti più autobiografici dell’artista, perché prende spunto dalle sue radici e dalla sua condizione di “persona errante” tra Algeria, India, Francia, Cina e Italia. Apolide e cittadina del mondo, Cécile Donato Soupama si è nutrita di suoni e colori di idiomi e terre diverse, e ha finito per approdare in un paese di cui ha adottato le usanze e la lingua, sull’isola detta “l’ombelico del Mediterraneo”. Terra di confluenze, sovrapposizioni, stratificazioni, che le assomiglia. Ma la Sicilia è anche l’approdo di tanti esseri umani che attraversano il Mediterraneo alla ricerca di un futuro migliore. Orbis terrae è dunque anche il racconto di questa umanità in esilio, che attraversa il “clima torrido” della mappa medievale, considerato impraticabile già all’epoca, verso un destino incerto, il più sovente drammatico.
Nei polittici presentati da Cécile Donato Soupama a Parentesi Tonde, ciascun elemento comporta tre parti, le tre tappe di un racconto: la partenza dalla terra inospitale, il caos del viaggio, il mare portatore di speranza ma anche di morte. Una moltitudine di ex-voto pende dal soffitto, striscia folta e continua di preghiere poliglotte in greco, sanscrito, francese o latino, cui fanno eco le musiche, i suoni e i rumori di Alessandro Librio. Tracce di altri suoni, di altre vite, di questa infinita odissea dell’umanità e del suo moto perpetuo.