venerdì 13 gennaio 2023 – ore 18.30
L’Associazione culturale “Il Canto di Virgilio”
Centro Stabile di Musica e Cultura “Domus Ars”
presenta:
TRILOGIA DEGLI ESCLUSI II
- IL BUIO SULLA ZATTERA -
Teatro-reading sul naufragio che ispirò il quadro di Théodore Géricault La zattera della Medusa
di Rosario Diana
con Imma Villa – Silvia Ajelli
musiche
Johann Sebastian Bach – Johanna Magdalena Beyer
György Ligeti – Giulia Lorusso – Rosalba Quindici
regia Rosario Diana
aiuto regia Ruggero Cerino
scenografia Nera Prota
assistente scenografo Mariano Ammirati
collaboratori alla realizzazione della scenografia
Luigi Giovanni Frattini – Erika Pisano – Mariapia Esposito Papa
Emanuela Iacono – Fabiola Cecco – Mattia Rodi
light design Serenella Coscione
fonica Alfonso La Verghetta ISL Italy Sound Lab
biglietto d’ingresso: 10 euro
info: infoeventi@domusars.it / 081 – 3425603
Dopo la prima Trilogia, dedicata alla questione filosofica del riconoscimento e andata in scena a Napoli fra il 2018 e il 2022, Rosario Diana ha costruito questa seconda Trilogia sul tema dell’esclusione. L’ha fatto riprendendo un lavoro scritto nel 2016 e rappresentato più volte – Il buio sulla zattera, appunto –, che per l’occasione ha riadattato per due voci femminili, aggiungendovi un breve prologo. Lo spettacolo è il racconto-con-riflessione del naufragio nel 1816 della Medusa, nave ammiraglia di una spedizione francese verso il Senegal, nel corso del quale più di 150 passeggeri furono abbandonati alla deriva su di una zattera nell’oceano Atlantico, al largo dell’attuale Mauritania. Com’è noto, la vicenda ispirò Théodore Géricault, che dipinse una tavola di proporzioni colossali (7,16x4,91). Il diario di due naufraghi è la fonte privilegiata del testo, che si concentra sulla disgregazione aberrante della vita sociale sulla zattera. «Mi interessava mostrare – spiega l’autore – che il mondo non è un posto per eroi, che tutti noi conserviamo comportamenti sociali fondamentali (ad es.: quelli ispirati alla solidarietà), solo se vediamo assicurata la soddisfazione dei nostri bisogni primari. Insomma: il consenso su ideali e valori etici necessita di un sostegno materiale».
A questa prima tappa si unisce idealmente una seconda, Nauaghía naufragium – andata in scena nel 2021 –, che – nella forma di un oratorio da camera – presenta immagini del dolore dei migranti basate su storie personali reali. Infine la terza tappa – che è una prèmiere –, Fabbrica occupata: un monodramma iperbolico (distopico, se si preferisce) in prova (mostrato, dunque, nel corso del suo allestimento) che andrà in scena fra sette giorni, il 20 gennaio, alle ore 20.30, alla Domus Ars (via Santa Chiara, 10 – infoeventi@domusars.it / 081-3425603). Lo spettacolo – ambientato nel 2036 – narra la vicenda immaginaria di un operaio prossimo alla pensione, il quale, per scongiurare il licenziamento provocato da un’imminente delocalizzazione, occupa in assoluta solitudine la fabbrica totalmente automatizzata nella quale è rimasto l’unico essere umano a lavorare.
«In sostanza – osserva Diana – la Trilogia raccoglie insieme tre viaggi nel mondo dell’esclusione dalla società, in cui, di fatto, a esser messo “fuori dall’umano” non è solo chi subisce l’atto di estromissione, ma anche chi lo compie, seppure con forme, condizioni di vita e conseguenze diverse: infatti l’uno resta “fuori” materialmente (con tutto ciò che questo significa per un progetto di vita), l’altro “solo” moralmente».
Prodotti dall’Associazione culturale “Il canto di Virgilio” – per iniziativa di Rachele Cimmino (direttrice di produzione) e di Carlo Faiello (direttore artistico) –, entrambi gli spettacoli sono anche il frutto della collaborazione fra “Il Canto di Virgilio” e diversi Enti: l’Ispf-Cnr (Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno – Consiglio nazionale delle ricerche),
l’Accademia di Belle Arti di Napoli, l’Institut français Napoli, l’Associazione culturale Quidra.