Cinema & audiovisivo

Rendez-vous 2019 - Bilancio

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#rvcinema | IX Edizione

Una programmazione ricca e variegata: mostrare la diversità e il dinamismo del cinema francese 

“Non è un cinema omogeneo, è un cinema molto vario e questa è una ricchezza per gli italiani”, ha annunciato Vanessa Tonnini, direttrice artistica del festival Rendez-vous, sul canale televisivo francese France 2. In effetti, il festival Rendez-vous ha valorizzato la ricchezza e la diversità del cinema francese in Italia. Il cinema francese trova ancora una volta ampio spazio in Italia, rafforzando così i nostri legami culturali. Quattro milioni di italiani vanno a vedere un film francese nel corso dell’anno. 

La nona edizione del festival del nuovo cinema francese, Rendez-vous, dunque, si è svolta nel segno della diversità, della condivisione e del superamento delle frontiere geografiche, temporali e linguistiche. Titolo emblematico della pluralità di voci e generi del festival è The Sisters Brothers I I fratelli Sisters, l’ultimo film di Jacques Audiard presentato in anteprima in Italia: “Ho girato il film in Spagna, Romania e Francia con équipe spagnole, rumene, francesi, belghe… questa sorta di melting pot che appartiene all’argomento del film, il melting pot degli Stati Uniti degli anni 1850, era il mio set”
Mia Hansen-Løve con Maya, invece, ha fatto viaggiare il pubblico in un’India piena di redenzione e coraggio. Antonin Baudry ha cercato di cancellare le frontiere in un mondo acquatico ancora poco conosciuto, come quello di Le Chant du loup in cui i protagonisti, militari della marina francese, ci fanno sprofondare nella vita a bordo dei sottomarini. Uno spazio-tempo diverso dal mondo di guerra, terra e fango ritratto da Les Confins du Monde, difficile da immaginare e comprendere senza la forza delle immagini cinematografiche. 
Frontiere psicologiche sono state poi attraversate in Un amour impossible di Catherine Corsini, adattamento del romanzo di Christine Angot. che offre il ritratto di una famiglia scossa da un dramma inaccettabile. La narrazione di Corsini lascia emergere sentimenti inspiegabili incredibilmente raccontati dalla maestria degli attori. Ugualmente L’homme fidèle, ultimo film di Louis Garrel, esplora finemente i rapporti tra uomini e donne, tra l’infanzia e l’età adulta, attraverso i diversi punti di vista dei personaggi.
Qualunque frontiera, comunque, viene annullata dalla potenza del cinema che favorisce inevitabili incontri e un bisogno di umanità apparentemente sempre più necessario nel mondo di oggi. La miseria delle donne senzatetto (Le invisibili di Louis-Julien Petit), la scomparsa di una madre (Amanda di Mikhaël Hers), il suo allontanamento (C’est ça l’amour, di Margaux Bonhomme) o ancora l’assenza di un quadro familiare tradizionale (Pupille di Jeanne Herry e Marche ou Crève di Claire Burger), la dipendenza e il coraggio di rialzarsi (La Prière di Cédric Kahn) non sono nel nuovo cinema francese veicoli di pathos e melodrammi ma l’opportunità di mostrare l’umanità che risiede nella solidarietà, l’amicizia, la devozione per l’altro e l’amore.
Senza dimenticare la risata e il senso di humour che hanno regalato Benoît Delépine e Gustav Kervern con la commedia sociale I feel Good
Le frontiere, inoltre, si confondono e si cancellano nella ricerca costante di equilibrio come nel film Tout ce qu’il me reste de la révolution di Judith Davis e Claire Laffut, guidato da Angèle, l’eroina contemporanea che vorrebbe cambiare il mondo. Come ricorda Vanessa Tonnini, direttrice artistica del festival, “i film selezionati per l’edizione di quest’anno sono storie di rinascita, simbolo di un cinema umano che vuole fornire risposte alle crisi e per farlo sceglie di rimettere al centro la collettività”. Lo schermo, le poltrone rosse, gli attori, il cinema ma anche il teatro, come ha ricordato Alexis Michalik con Edmond/ Cyrano mon amour, sono spesso il frutto di un incontro. Nasce così il desiderio di condividere e di permettere a tutti di guardare meglio, diventando così spettatori. Spettatori di un mondo a cui non si può più sfuggire. 

Invitati d’eccezione

Invitato d’onore: Jacques Audiard 

Quest’anno il grande regista Jacques Audiard, che non riesce a far uscire un film in sala senza ricevere almeno un premio cinematografico, ci ha onorato partecipando al festival Rendez-vous domenica 7 e lunedì 8 aprile. Ritorniamo sulla presenza di questo maestro del cinema francese che ha incontrato il pubblico di Rendez-vous dopo la proiezione del suo ultimo film, The Sisters Brothers, e in occasione di una inedita masterclass moderata dal critico cinematografico Federico Pontiggia. Durante questi incontri il regista ha svelato alcuni segreti della sua arte, “vedo soltanto ciò che io costruisco”. Legato a dei temi ricorrenti come i legami familiari, la violenza o gli incontri, il cinema di Audiard si caratterizza per le sue storie di genere: “Tutte le storie che mi interessa raccontare hanno una forma di genere”, spiega il regista. Nel caso di The Sisters Brothers, il western di Audiard è “il western di chi non ama tanto il western”. E aggiunge: “Non ho una cultura di western, ma a questo serve il cinema, insegna sempre”. L’insegnamento è, dunque, una delle chiavi del percorso di Jacques Audiard. “Quello che mi interessava nel libro di Patrick deWitt, è soprattutto il romanzo di formazione. Come protagonisti, due uomini che in fondo sono dei bambini, ma in che momento diventano adulti?”. Audiard impara dai suoi attori, dalla diversità culturale e linguistica e dalle situazioni difficili: “Quando siete all’origine di un’idea avendo lavorato molto sulla scrittura, come riuscire a ritrovare l’innocenza quando si conosce già il processo? Questa è la contraddizione con cui lotto”. 
Il cinema di Jacques Audiard è un cinema naturalista ma che offre una realtà fittizia, la verosimiglianza è ciò che conta per il regista. Audiard fa così appello al pubblico per sapere quanto è disposto a seguirlo attraverso le immagini, la musicalità, il sottile confine tra finzione e realtà. Jacques Audiard è un costruttore, un visionario, “dalla scrittura emerge tutto un mondo di immagini”, e infine un autore che contribuisce alla diversità del paesaggio cinematografico francese. In quanto ospite d’onore a Jacques Audiard è stato dedicato nell’ultimo giorno di Rendez-vous un focus che ha fatto scoprire e riscoprire al pubblico due dei suoi capolavori: Tutti i battiti del mio cuore, vincitore di 8 Césars, e Il profeta, Grand prix du Jury del 62o festival di Cannes e vincitore di 9 Césars. 

 

 

Pluripremiato: Alexandre Desplat    

Il cinema, tuttavia, non si riassume solo nelle immagini, anche la musicalità è importante. Ecco perché Rendez-vous ha avuto l’onore di accogliere il pluripremiato compositore di colonne sonore Alexandre Desplat, che lavora da tempo con Jacques Audiard. Abbiamo così avuto il piacere di vederlo al nostro fianco, accompagnato dall’altrettanto nota compositrice Solrey, alla serata di gala che si è svolta all’Ambasciata di Francia sulle note delle sue più grandi composizioni. Il 4 aprile, al Palazzo Farnese, Desplat ha anche tenuto una masterclass moderata dal giornalista e critico musicale Gino Castaldo. 

Ritrovate la sua intervista su Insitu

Laetitia Casta, Louis Garrel e Cedric Kahn in giro per l’Italia:

Poiché il cinema viaggia e fa viaggiare, i nostri ospiti sono partiti dalla capitale per far tappa in diverse città italiane. Louis Garrel e Laetitia Casta, ospiti di Rendez-vous a Roma per presentare L’homme fidèle, il secondo film da lui diretto, hanno lasciato la capitale per assistere a una proiezione privata a Milano il 6 aprile. Il regista Cédric Kahn, invece, ha raggiunto le città di Napoli e Palermo tra il 5 e il 6 aprile per la presentazione del suo ultimo film, La Prière. Due dei suoi film, Roberto Succo e Une vie meilleure, sono stati presentati nella città siciliana, oltre a La Prière, nell’ambito di un focus a lui dedicato. Inoltre Kahn ha tenuto una masterclass rivolta agli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia.

 

Giovani registi, stelle nascenti del cinema francese: Jeanne Herry, Louis-Julien Petit, Mikhaël Hers, Alexis Michalik, Antonin Baudry

La forza del cinema francese risiede anche e molto nella sua capacità di rinnovarsi e nella presenza di autori giovani. Pertanto il festival ha accolto anche dei giovani registi che hanno già lasciato il segno nel paesaggio cinematografico francese grazie alla loro raffinatezza e sensibilità, alla loro capacità di affrontare argomenti attuali e al tempo stesso atemporali con uno sguardo sempre nuovo, ed una regia singolare. Tra i giovani registi che ci hanno raggiunto per il rendez-vous con la stampa italiana all’hotel St. Regis, al cinema Nuovo Sacher o ancora all’Institut Français Centre Saint Louis per incontrare il pubblico, abbiamo avuto il piacere di accogliere: Louis-Julien Petit, regista del film di apertura del festival, Le invisibili, Jeanne Herry che ci ha mostrato Pupille, Mikhaël Hers per Amanda, Alexis Michalik per Edmond, Cyrano mon amour e Antonin Baudry con il suo Le chant du loup. Ognuno, a suo modo, ha saputo conquistare il pubblico e rivelare la propria diversità cinematografica, ricordando così l’importanza e la portata della settimana arte. 
Jeanne Herry ha affrontato l’argomento del parto anonimo in Francia attraverso una storia inedita e una narrazione altamente emotiva. Mikhaël Hers è riuscito a dipingere abilmente una Parigi sconvolta dagli attentati terroristici attraverso una ricostruzione di un uomo e di una famiglia. Alexis Michalik ha, invece, attraversato le epoche per ritornare alla Francia delle fine del XIX secolo in una sorta di thriller sulla creazione dedicato all’autore del Cyrano. 
Quanto a Antonin Baudry, è riuscito a dimostrare che il cinema francese può creare dei film d’azione come il cinema americano: “I film di questo genere si fanno di solito negli Stati Uniti, mi hanno detto spesso. Ma io lo trovo insopportabile. Anche in Francia possiamo fare dei film che si distinguono dalle commedie o dai drammi psicologici. Più riusciremo a diversificare il cinema europeo meglio sarà per il cinema in generale”. 


Momenti importanti

Questi sei giorni sono stati ritmati dalle diverse proiezioni ma anche da alcuni momenti significativi che ripercorriamo di seguito attraverso foto e video. 

Serata di apertura

Il festival si è aperto mercoledì 3 aprile con il film Le invisibili di Louis-Julien Petit in presenza dell’ambasciatore di Francia in Italia, di UniFrance e del gruppo BNP Paribas, di numerosi sponsor, giornalisti, spettatori e del regista al cinema Nuovo Sacher. 

A seguire, la serata di gala al Palazzo Farnese è stata inaugurata dal discorso di Christian Masset, ambasciatore di Francia in Italia, e dalla consegna del premio France 24 a Louis-Julien Petit per il suo film Le invisibili. Una serata che si è piacevolmente svolta sulle note di Alexandre Desplat all’insegna dell’incontro tra artisti del cinema italiano e del cinema francese tra gallerie e saloni dell’Ambasciata di Francia.

 

Speciale Masterclass di Alexandre Desplat

La mattina di giovedì 4 aprile, il Palazzo Farnese ha accolto nel salone d’Ercole Alexandre Desplat, compositore di oltre 150 colonne sonore, premiato con due Oscar. Momento forte di questa nona edizione che ha chiarito i rapporti tra musica e immagini. 
“E’ un puzzle, un cubo di rubik che bisogna costruire pazientemente”. 

Masterclass di Jacques Audiard

Lunedì 8 aprile il festival si è concluso con la masterclass di Jacques Audiard, regista di 8 lungometraggi, uno più acclamato dell’altro. In occasione di quest’incontro, il pubblico ha potuto conoscere meglio questa figura importante del cinema francese contemporaneo attraverso le sue parole: sul rapporto con gli attori, la scenografia, la fotografia, la musica e in particolare con Alexandre Desplat che ha realizzato molte colonne sonore dei suoi film. Il regista si è così poco a poco svelato, prima di ripartire e concludere questa nona edizione di Rendez-vous. Riteniamo, infine, che per Jacques Audiard il cinema sia un veicolo di scambio e incontro come ha messo in evidenza la direttrice artistica del festival, Vanessa Tonnini. 

Incontri: il cinema francese e il pubblico italiano: 

Gli incontri sono stati prima di tutto quelli tra il cinema francese e gli spettatori italiani che sono usciti dalla sala con il sorriso o le lacrime agli occhi, ma ad ogni modo ricchi di emozioni e insegnamenti.

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La sala Digitale

Continua la collaborazione tra il festival Rendez-vous, UniFrance e MYmovies.it, il sito italiano leader nei contenuti di cinema. UniFrance, per il quinto anno consecutivo, realizza con MYmovies.it una sala digitale con una selezione di titoli scelti da MyFrenchFilmFestival.com, il primo festival di cinema francese su internet del mondo, curato da UniFrance.

I titoli selezionati per quest’edizione erano: 

Il Premio France 24: 

Per il quarto anno, France 24, il canale di informazione internazionale, ha celebrato la sua missione di testata di informazione che sostiene la diversità e il confronto con il festival Rendez-Vous. Il film scelto quest’anno era Les Invisbiles, Le Invisibili di Louis-Julien Petit che ha raccontato sul tono della commedia la storia di quelle donne che nessuno vuole vedere: le donne senzatetto. Per questo ha scelto come protagoniste alcune donne della strada. Il film è distribuito in tutta Italia da Teodora film.

Una nona edizione nel segno delle donne

L’Institut français Italia e UniFrance non hanno dimenticato il ruolo delle donne nel cinema francese. Il cinema francese prova a valutare il ruolo delle donne in questo mondo maschile, ancora pieno di disugualianze. Purtruppo quest’anno Rendez-vous ha fatto un focus sul cinema di Catherine Corisini a Firenze con la proiezione del suo ultimo film “un amour impossible” e anche un’altro dei suoi film, “La Belle saison”. La regista presenta un cinema sempre fatto di donne forti e determinate, fragili ma corragiose, complesse e appassionate come la grande Agnès Varda, scomparsa all’inizio del festival e a cui abbiamo dedicato questa nona edizione.  Inoltre per mostrare la forza e l’impronta femminile nel cinema francese, UniFrance ha realizzato un cortometragio con immagini di oltre 70 film che ci ricorda che esiste un cinema di donne.

Il festival e i media

I giornalisti hanno seguito le proiezioni dei film, gli incontri e gli ospiti all’hotel Saint Regis e al cinema Nuovo Sacher. Ecco cosa ha riportato la stampa della nona edizione del nuovo cinema francese:

La radio franco-italiana InSitu era anche al festival per la realizazzione di interviews e podcast da ascoltare senza fine! 

Il canal audiovisivo RaiPlay ha consecrato tutto un numero di Movie Mag al festival il 10 aprile: 

 Una veicolazione attraverso i canali social dell’Institut Français Italia significativa

Attraverso le pagine Facebook, Twitter, Instagram e attraverso l’utilizzo dell’hashtag #RVcinema, abbiamo riportato in tempo reale tutte le notizie e gli avvenimenti più importanti della nostra manifestazione. Inoltre, grazie a giochi e contest lanciati insieme ai nostri partner, molti dei nostri utenti, sempre attivi ed entusiasti delle nostre iniziative, sono riusciti ad ottenere ingressi omaggio per le nostre proiezioni.

Ringraziamenti dei partner

Il festival Rendez-vous su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia e dell’Institut Français Italia tiene a ringraziare particolarmente i suoi partner che permettono ogni anno di far vivere il cinema francese in Italia. Grazie ad UniFrance senza il quale la distribuzione inedita di questi film non sarebbe stata possibile, al gruppo BNL per il sostegno ancora una volta, da nove anni, all’hotel St. Regis che ha accolto i nostri ospiti, ai giornalisti e all’equipe di Rendez-vous. Ringraziamo, inoltre, per il sostegno, la Fondazione Nuovi Mecenati, Brioni, Yves Rocher, Groupama e France 24. Il festival ringrazia l’Institut Français Centre Saint Louis, il Nuovo Sacher per aver permesso la proiezione dei film, Villa Medici, Zetema Progetto culturale e Karawan per il loro partenariato culturale. Grazie a tutti i media partner che hanno coperto e valorizzato il festival alla radio, in televisione, sui giornali o su internet: Rai Movie, Rai radio3, Mymovies.it, Metronews Italia e Sentieri Selvaggi. Grazie ai vettori ufficiali del festival, Airfrance e Renault, ai partner tecnici Magiordomus, L’Oréal Paris e Yves Saint Laurent. Senza dimenticare i luoghi che hanno accolto il festival nelle altre città italiane: la Cineteca e l’Alliance Française di Bologna, l’Anteo Palazzo del Cinema a Milano, il Comune di Palermo, e il Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, il Museo Nazionale del Cinema e l’Alliance Française di Torino